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60 l'istoria del concilio di trento


dir all’imperator che il pontefice mostrava con effetti l’osservanza di quanto promesse a don Pietro di Toledo, cioè di procedere con Sua Maestá puramente, apertamente e senza artificio, e di rappresentarli la prontezza dell’animo in proseguir il concilio a gloria di Dio, per scarico della conscienzia propria e per il comodo che ne può risultare a Sua Maestá e all’Imperio. E per rispondere al moto dato dall’imperatore, cioè che si lasciasse intendere delle capitulazioni che ricerca, gli dicesse che mai sognò di far patti né capitulazioni per proseguir il concilio, ma ben di far alcune considerazioni necessarie, le quali anco dava carico al noncio di esponer alla Maestá sua. Ed erano quattro.

La prima, che era necessaria l’assistenza del re cristianissimo e l’intervenzione dei prelati del suo regno, senza le qual cose il concilio averebbe poca riputazione, e si potrebbe temere di far nascer un concilio nazionale o perdere la Francia. Non doversi ingannar se stessi che, sí come il luoco de Trento è molto confidente a Sua Maestá cesarea, cosí è troppo diffidente alla cristianissima; e però doversi trovar modo di assecurarla. Che comunicasse all’imperator il modo trovato, il quale quando non bastasse, sarebbe necessario che Sua Maestá ci aggiongesse qualche altra cosa. La seconda considerazione, per le spese che converrá fare alla camera apostolica, esausta e carica de debiti, per li legati e per altri straordinari che porta seco il concilio, e parimente per le spese che li prelati italiani poveri non possono sostener in quel luoco; per il che converrá calcular bene il tempo, cosí dell’incominciare, come del procedere inanzi, sí che non si spendi un’ora in vano: altramente la sede apostolica non potrá supplire al dispendio, né si potrá ovviare che li prelati italiani non diano nella impazienza, come l’esperienzia per il passato ha insegnato. Oltra che non ci è la dignitá della sede apostolica tener li suoi legati oziosi e su le áncore, e senza far frutto. Per il che esser necessario che, inanzi si venghi all’atto, Sua Maestá si assicuri ben della intenzione e obedienzia cosí

de’ cattolici di Germania, come de’ protestanti, stabilendo le