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36 lettere di fra paolo sarpi.

XIII. — Al signor De l’Isle Groslot.1


Illustrissimo signore mio colendissimo.

Incomincerà questa mia da un’ammonizione a V. S., che guardi molto bene quello che promette di me a cotesti signori, acciò non resti ella soggetta al pagamento. Giustamente, quando mi riguarda con occhiali di molta benevolenza e affezione, io dubito che gli effetti non corrisponderanno al concetto che ha di me formato, e come mi dipinge agli altri. Già veggo che a monsignore l’Eschassier ella ha fatto grandissime promesse, e ha ridotto quel signore a scrivermi; e dubito che dalla risposta che le do non resti defraudato del concetto fatto di me per relazione di V. S. Per ammonizione tanto basti, che vengo a rispondere alla gentilissima sua delli 6 d’agosto.

Non è differente lo stato mio dal suo. Sono fatti uffici e solleciti e frequenti per ritornare quella grandezza2 dove era prima, anzi per alzarla di più, e anco di costì ne viene qualche parte: con tutto ciò un’acqua turbata dalli venti, cessati quelli, ancora


  1. Dall’edizione delle Lettere di Fra Paolo Sarpi, fatta in Ginevra (colla falsa data di Verona) nel 1673. Dei più dotti o famigerati soggetti coi quali il Sarpi ebbe corrispondenza di lettere, per evitare il sopraccarico delle note, daremo ai lettori qualche notizia dove più ci sembri cadere in acconcio ed opportuno. Qui giova avvertire che il Groslot, più spesso nominato Dell’Isola, fu quello che, rimasto soddisfattissimo del carteggio che era pervenuto a procurarsi col nostro Servita e insieme delle sue molte virtù, si tenne (come scrivono) in obbligo di partecipar questo bene ad altri suoi amici francesi; quali furono Gillot, Leschassier, Servin, Richer, Casaubon ed altri.
  2. Si allude alla grandezza del potere papale.