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fase aveva luogo intorno al 25 di luglio per lo stesso clima. Noi possiamo dunque ammettere che per tutto l’intervallo dai tempi di Omero a quelli di Tolomeo l’apparizione mattutina di Sirio avesse luogo circa un mese dopo il solstizio estivo, che è l’epoca dell’anno, nella quale sogliono manifestarsi i calori più opprimenti della state.

A partir da quell’epoca brillava dunque Sirio nel cielo mattutino, prima per pochi minuti, poi per una parte sempre più considerabile della notte. Incominciava allora pei Greci d’Omero la stagione dei frutti, detta ὀπώρα, che durava fino al novembre, occupando la parte più grave e malsana dell’estate e tutto intiero l’autunno. Quindi il nome di ὀπωρινός ἀστὴρ con cui Omero designa Sirio nel primo dei passi dell’Iliade qui sopra allegati1.

Seguendo il pregiudizio popolare diffuso in tutta l’antichità classica, i poeti greci e latini attribuirono ad influsso degli astri la causa di molti fenomeni naturali che si manifestavano dopo l’apparizione dei medesimi o nell’epoca della loro maggiore visibilità notturna. Di qui le numerose allusioni al nemboso Orione, alle Hyadi tristi o pluvifere, al gelido Arturo. In simil guisa Sirio fu incolpato degli ardori della state e della siccità delle campagne; al suo esiziale influsso furono attribuite le febbri che nei luoghi paludosi si manifestavano dopo il culminar del caldo, ed altri effetti ancora che si possono veder descritti in parecchi scrittori e nominatamente in Plinio. Questa, e non il color rosso della stella, è l’origine degli epiteti di ardente, disseccante, infocato, estifero, protervo, rabbioso... applicati spesso dai classici autori quando parlano di Sirio. Di questi il dott. See ha citato un certo numero a sostegno della sua opinione dell’antico rosseggiare della stella, e con molta facilità avrebbe potuto accrescerne il catalogo2.

  1. La parola autunno con cui il Monti traduce l’ὀπώρα di Omero non è perfettamente esatta, come si vede: ma non era possibile far meglio. Nel passo del libro XII qui sopra citato egli ha cercato di compensare questa piccola infedeltà con un’altra che ne distruggesse l’effetto, in vero il dire col Monti che l’apparizione di Sirio precorre l’autunno è esatto. Omero aveva detto che sorge coll’ὀπώρα; ed è vero anche questo. Sul significato della parola ὀπώρα presso diversi scrittori ed in diversi tempi vedi Ideler, Handbuch der Chronologie, vol. I, pp. 214 e segg.
  2. I passi citati dal dott. See sono, oltre ai due di Omero (Il. V e Il. XXII) già discussi nell’articolo precedente, questi altri: Esiodo (Opp. et