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di cronologia astronomica 321

astronomo, il quale deve usare del copiosissimo e svariatissimo materiale archeologico per metterlo a cimento coi fatti astronomici, farà bene quindi ad appoggiarsi a quei dotti, che delle varie lingue han fatto studio speciale, e a valersi dei loro lavori. Fortunatamente ora nella maggior parte dei casi importanti le fonti utili alla cronologia degli Orientali son tradotte in una delle lingue europee e quindi generalmente accessibili». Così l’Autore.

Dirò ora qualche parola sul contenuto del volume già pubblicato, che sarà il primo dei tre, onde l’opera deve comporsi. Precede, ad imitazione di quanto aveva fatto Ideler, una parte generale ed introduttiva, comprendente tutte quelle nozioni di astronomia, che in qualche modo si connettono colla misura e col computo del tempo, dove pure si espongono i concetti fondamentali che servono di base a qualunque calendario e a qualunque sistema cronologico. Notevole in questa parte è il confronto fra le stazioni lunari degli Indiani, dei Cinesi e degli Arabi. Vi sono aggiunte alcune utili tavole, per esempio a p. 101 le date degli equinozi di primavera negli anni secolari da -4000 a +1600 secondo il calendario Giuliano; a p. 543 la tavola che dà le posizioni medie di 26 stelle principali dall’anno -4000 all’anno +800; a p. 546 quella degli archi semi-diurni per latitudini da +20° a +45° e per declinazioni da -30° a +49°; a p. 547 la tavola, che dà espresse secondo il calendario Giuliano, le epoche di tutti i noviluni fra gli anni 605 e 100 prima di Cristo.

Troppe pagine sarebbero da aggiungere a quest’articolo, se io mi proponessi di accennare anche solo brevemente tutte le cose interessanti e poco note, che l’Autore ha raccolto in questo suo primo volume; tutte trattate, non occorre dirlo, con piena competenza della materia, in stile serrato e breve, ma sempre chiaro. Notiamo nel capitolo dei Babilonesi l’antichissima forma del calendario lunisolare sumeriano, usato assai prima che Babilonia comparisse negli annali della storia. Quel calendario, mutati i nomi dei mesi, servì poi di modello a quelli usati a Babilonia, a Ninive, in Siria e da ultimo anche in Grecia. — Il capitolo degli Egiziani, che l’Autore confessa avergli costato più fatica che tutti gli altri, è degno di particolare studio, anche da parte di quelli che sulle antichità Niliache hanno speso la loro vita. Le molte discussioni che da un secolo in qua si fecero sulla cronologia e sul calendario

Sciaparelli - Astronomia II. 21