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322 a proposito di un nuovo trattato

degli Egiziani, particolarmente sul periodo di 1460 anni detto Sotiaco o Canicolare, avevano prodotto su certi limiti più confusione che luce, ed avevano anzi dato corpo e parvenza di verità ad mia quantità di ipotesi più ingegnose che vere. Guidato da un retto spirito critico ed appoggiato alle informazioni di fatto fornitegli da distinti egittologi, egli ha spazzato via più d’un errore fondamentale, e più di una falsa immaginazione, che appoggiata al prestigio di alcuni nomi illustri si eran venute divulgando. Tale per esempio, l’ipotesi che gli Egiziani si servissero contemporaneamente dell’anno vago di 365 giorni e dell’anno stabile di 365¼ giorni, divisi l’uno e l’altro in modo uguale, coi mesi ugualmente denominati; e che di questo non contenti, facessero anche uso in certe circostanze dell’anno lunare di 354 giorni. Una retta e non artifiziosa interpretazione dei dati monumentali permette invece di affermare, che prima del dominio romano non fu mai presso gli Egiziani in uso effettivo e generale altra specie di anno, che l’anno vago di soli 365 giorni senza intercalazioni. Secondo le date di questo anno si trovan registrati tutti gli avvenimenti, ed anche il levare eliaco di Sirio. Era questo per gli Egiziani il fatto regolatore di certe feste connesse colle stagioni, feste che dipendendo dall’anno tropico cambiavan di data poco a poco nell’anno vago ritardando di un giorno ogni quattro anni. Avevan dunque gli Egiziani feste di data fissa e feste mobili come noi; colla differenza che presso di noi le feste mobili non escono da certi limiti, mentre le feste mobili degli Egiziani facevano il giro dell’anno intiero. Di tutto questo gli Egiziani si rendevano certamente conto; essi non tardarono ad accorgersi che il levare di Sirio e tutte le feste mobili ritardavano di un giorno ogni quattro anni, ed è anche possibile che alcuno di loro abbia calcolato, che il levare di Sirio e tutte le feste mobili connesse colle stagioni dovevano fare il giro di tutti i mesi dell’anno vago in 365 × 4 = 1460 anni, e che dopo 1460 anni sarebbero tornati alle date iniziali; venendo così al concetto di ciò che fu chiamato il periodo Sotiaco. Nulla però dimostra che essi abbiano usato di questo periodo nel calcolo dei tempi, e si può ritenere come certo che le notizie di esso tramandate dai Greci e dai Romani sono di origine affatto recente. A speculazioni dell’epoca greco-romana si possono pure attribuire l’invenzione del periodo del bue Apis (25 anni), quella del periodo della Fenice (di cui nessuno