Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/415

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novella lxxXxv 415

«Or se il tuo marito non volesse che fusse papa e volesselo fare imperadore, come ne saresti contenta?» Bovitora disse: «Or come! Non è lo ’mperadore un grande uomo?» Lo frate disse: «Sì». Bovitora disse: «Deh, per Dio insegnatemi e lo farò». Lo frate disse: «Se vuoi che io t’insegni il modo che impregnerai, io vo’ che m’insegni uno che io vo cercando che m’ha promessa certa carne». Bovitora disse: «Chi volete?» Lo frate dice: «Cilastro». Bovitora dice: «Ell’è mio marito», dicendoli: «Come avete nome?» Lo frate dice: «Io ho nome Marzo». Bovitora dice: «Ben mel disse che io ve la desse e che a voi la serbava». Marzo, che di nuovo s’ha dato nome, dice: «Sevuoi che io t’insegni impregnare, fà che la carne si porti al mio albergo et io ti farò un breve che come l’arai a dosso arai volontà d’aver figliuoli. E come il tuo marito torna, usa con lui: e s’e’ non tornasse, con altri, et impregnerai». E scritto il breve e pòstolilo in mano dicendole che a dosso il tegna, Bovitora, lieta della buona ventura che alle mani li era divenuta di Marzo, prese la carne et all’albergo la portò. Et il frate subito quella a l’oste vendéo per fiorini xvi d’oro; e presi li denari, verso il Borgo a Mozano prende a caminare.

E non molti passi di Diecimo si fu mosso che Cilastro scontrò, non cognoscendolo. E tornato a casa, Bovitora d’allagrezza si scompisciava, dicendoli: «Io hoe auto uno breve da Marzo c’ha auto la nostra carne, il quale mi farà impregnare e nascerà un papa o vorrai imperadore, secondo che quel frate Marzo m’ha ditto». Cilastro, che sapea legere, disse: «U’ è questo breve?» La donna, che in mano l’avea, lei diede. Cilastro legge il breve e vidde quel dicea, il quale contenea in questo modo:

«Bella sei e buono culo hai,
fattel fare e impregnerai».

Cilastro, veduto quel frate aver beffata la moglie e toltoli la carne, pensò di pagarlo per sempre; e camino verso il borgo. E come fu fuora della terra del vescovo, quel frate uccise e tutto ciò che a dosso avea li rubbò e radoppiò in tre doppi la valuta della sua carne; tornando a casa et amaestrando la moglie che non sia mai più così credente.

Ex.º lxxxxv.