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810 nota filologica

de, cosa che si può reputare estranea al Sercambi; estranee bisogna anche considerare voci come favellare, scostatasi, attenuta la parola, servare la promessa; tipi come detto, fosse, ecc. sono modernizzazioni della grafia. Un’accurata collazione dei due testi porta alla conclusione che tutte le altre differenze meno una si possono spiegare come errori di lettura, emendazioni o integrazioni o interpolazioni; non si riesce a vedere chiaro, dato che il Baroni non ha specificato (e bisogna riconoscere che per molte ragioni non poteva).

L’unico luogo su cui rimaniamo perplessi è la variante a p. 808, l. 25-26 (La donna si volse a Felice e disseli: E che vai sognando?), che, dato che in quel punto il testo non è corrotto, non riusciamo a spiegare come congettura del Baroni. A meno che non possiamo spiegare quel luogo come una frettolosa interpolazione del padre Luigi, dovremo credere forse che questo basti a individuare nel codice cosiddetto Baroni un testo diverso da quello contenuto in T.

La novella, come abbiamo già visto, occupa nel Trivulziano lo stesso posto che le venne assegnato nel supposto codice Baroni, il n. xxxv, per cui sembra difficile poter pensare a due diverse raccolte in cui quella con cento novelle (a parte la spiegazione di questo frainteso data più sopra) dovrebbe rappresentare un’edizione riveduta; perché in tal caso l’autore si sarebbe preoccupato di sopprimere una delle due redazioni dello stesso racconto nelle nov. xi e xiii e nelle nov. xxiii, lxxxxi e cxlvii.

Per esser sinceri, l’unico elemento che ci trattiene dall’essere pienamente persuasi della perfetta identità del supposto cod. Baroni con l’apografo Trivulziano è quella variante della novella xxxv. Tutte le altre differenze, o supposte tali, sono scosse da fondatissimi sospetti, sufficienti a renderci molto scettici riguardo all’esistenza di un secondo codice delle novelle del Sercambi.

O per meglio dire, un secondo codice potrebbe ancora saltar fuori, ma da tutt’altra direzione; da quella cioè che proviene da una importante quanto trascurata testimonianza; nella nota dei libri del Sercambi, da noi sopra trascritta1, è menzionato tra gli altri «un libro di novelle fece Johanni», che deve senza alcun dubbio essere l’autografo della raccolta. Non sappiamo se questo ms. sia andato distrutto o se un giorno potrà anch’esso esser disseppellito da uno dei tanti fondi ancora non catalogati o da una biblioteca privata.

  1. Cfr. sopra, n. i a p. 762.