Pagina:Sextarius Pergami saggio di ricerche metrologiche.djvu/33

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dello Staio della calce non superi le quattro once del nostro Cavezzo, o millimetri 446 circa91. Questa ordinanza è ripetuta nei posteriori Statuti92: è evidente però che, se si fosse trattato di uno staio di una speciale contenenza, non si sarebbe mancato di indicare anche quale dovea esserne la ampiezza del fondo. Ma si comprende agevolmente che, rispetto alla capacità, questo dovea corrispondere esattamente allo Staio dei grani, e che se si ebbe cura di limitare l’altezza delle pareti, non fu che per la ragione, che nella misura della calce era ammesso il colmo, il quale invece era affatto escluso nella misura dei grani e del sale (v. Nota 86). Lo Statuto del 1453, il quale ci fa conoscere, che dieci Staja entravano a formare il Modius della calce, ed in pari tempo esige che a formare lo stesso Modius entrino 32 Pesi di calce93, vale a dire Pesi 3 libbre 2 per ogni Staio, ci porge il mezzo di calcolare che lo Staio colmo di calce dovea essere di circa decimetri cubi 23, i quali non si scostano punto dai decimetri cubi 21,4 dello Staio raso dei grani94. — Gli stessi Calmerii del pane, che noi possediamo a cominciare dal 126395, non escludono punto la capacita da noi stabilita pel nostro Staio in libbre 20 di frumento, e l’aumento di produzione del pane, che si trova nel Calmerio del 1340 formato dal podestà Pagano da Bizzozzero96, si può ascrivere ad una migliore produzione nelle qualità dei frumenti, all’aumentato rimborso ai fornai delle spese da loro sostenute, come del pari a miglioramenti introdotti nella fabbricazione, o forse unicamente alla terribile carestia, la quale in quell’anno travagliò questi paesi97 e per