Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/219

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   194 libro quarto

Andrea de Riso, perchè non solo ottenessero la ricognizione degli antichi privilegi, ma nuovi ne chiedessero, conformi a’ nuovi bisogni. E con real diploma ottennero:

1.° Che i regii Uffiziali non potessero abusare di letti, legna o altro che fosse appartenente alla città e distretto di Reggio; ma avessero prima a farne il prezzo conveniente.

2.° Che nessun diritto fosse riscosso dagli stessi per qualunque petizione presentata alla lor Corte.

3.° Che niuno, tranne i vagabondi, potesse esser imprigionato, prima di averne cognizione di causa; purchè però fosse pronto a dar di sè cauzione fidejussoria.

4.° Che i Notai degli atti e loro scrivani non potessero esigere più di cinque grani d’oro per qualunque atto di fidejussione o citazione di testimoni fuori dell’ambito della città.

5.° Che niun pubblico Uffiziale, non escluso il Capitanio, potesse occupar le case de’ privati cittadini, quando non vi concorresse il costoro assenso, nè fosse pattuita la pigione.

6.° Che ogni pubblico Uffiziale al termine della sua gestione, dovesse stare a sindacato personalmente, e non per procuratore.

7.° Che nessun Conte o Barone potesse entrare in città con più di dodici uomini, nè dimorarvi più che un giorno ed una notte.

8.° Che a cagione delle infinite estorsioni di pecunia che si facevano da’ regii Uffiziali col pretesto del mantenimento delle scolte e guardie della città, dando molto fastidio e pena a’ poveri cittadini, fossero tolte tali guardie, che il tempo di pace non faceva più necessarie. Si conservassero solo le scolte, ma di ciò fosse lasciato l’assunto al Maestro Giurato, ed a’ cittadini medesimi.

9.° Finalmente che, essendo tempo di pace, restasse abolito ogni balzello, nè altro si pagasse che le solite collette fiscali.

X. Ma la guerra contro Sicilia, attutata per pochi anni, non già estinta, scoppiava con maggiore intensità, e gli aderenti di Ludovico e di Giovanna crescevano in Messina a meraviglia, per opera e briga de’ Chiaromonte. Ed in questo travaglio di cose il re di Sicilia Lodovico di Aragona usciva di vita, e gli succedeva il fratello Federigo, il quale poi menava in moglie Costanza figlia del Re di Aragona.

Tutto era pronto (1356) perchè Messina facesse tumulto; e Lodovico e Giovanna con molta copia di truppe si recarono in Reggio per confortarne il successo. Intanto che il loro gran Siniscalco Niccolò Acciajuoli, passato in Messina, era stato segretamente introdotto da’ congiurati nel castello del Salvatore. Nicola Cesareo, go-