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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/238

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capo secondo 213   

al regio Commissario Filardo Gattola da Gaeta, se non in forza di un trattato, e per interposizione del nobil geracese Gregorio Protospatario, nunzio e procuratore dì Giovanni Caracciolo, conte di Gerace e regio Consigliere. Fu patto in esso trattato che il Grigny consegnar dovesse al Gattola il detto castello a prezzo di ducati cinquemila; della qual somma si costituì pagatore al Grigny il conte di Gerace da essergli sborsata fra ventitrè giorni dal dì della consegna del castello. Ed in caso che il pagamento non ne fosse fatto nel termine convenuto, fu posto che il Conte dovesse, dalla scadenza in poi sino alla soluzione del debito, pagare ogni mese la somma di quattrocento quarantasette ducati di oro, computato ogni ducato alla ragione di cinque tareni. 11 Gattola poi e l’università di Reggio con pubblico strumento entrarono mallevadori al conte di Gerace, ed obbligaronsi a dargliene totale indennità. Questo Conte in effetto andava pagando al Grigny la somma pattuita; e Filardo Gattola, a cui fu conferito l’uffizio di castellano di Reggio, aveva alla sua volta già soddisfatto il Conte nella somma di ducati quattromila, nè restava a pagargliene che altri mille.

Stando così le cose, per talune novità succedute nel Ducato di Calabria (1418) il conte di Gerace nè pagò, nè fece pagar le collette dovute alla Corte da’ suoi vassalli, le quali avrebbero dovuto pagarsi allo stesso Gattola, ch’era insieme regio Commissario di Calabria. Il Gattola da questo prese cagione di non pagare al Conte i rimanenti ducati mille. Intanto i Reggini avevano già fatto ricorso a Giovanna contro il castellano Filardo Gattola, accusandolo di novità, ingiustizie, ingiurie, e di varii danni reali e personali indebitamente ed iniquamente inferiti non solo contro l’università di Reggio in generale, ma in particolare contro ogni suo cittadino. Ed esponevano alla regina che per tali oppressioni e vessazioni, non solo riusciva loro esoso il gaetano Gattola, ma ancora tutti i gaetani. Ella ordinò che il Gattola fosse rimosso da castellano e capitanio di Reggio, e da qualunque altro uffizio; che in avvenire nessuno de’ fratelli del Gattola, o de’ cittadini di Gaeta potesse esser chiamato al grado di castellano e capitanio di essa città; che Filardo dovesse stare a sindacato de suis processibus et excessibus; e che ove il medesimo non si assoggettasse personalmente alla sindacazione, allora non ostante la sua assenza, potesse e dovesse il capitanio della città procedere a tal sindacazione, e soddisfare e fare indenni tutti i cittadini oltraggiati sopra le cose ed i beni del Gattola esistenti in essa città di Reggio.

Andato in Napoli Filardo fu per ordine della Regia Camera in-