Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/74

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gazzi, e restò preso della bella e vigorosa persona di lui. E come sua moglie, che seco era, soggiunse che così grande e bello sarebbe stato il figliuol loro ch’egli aveva esposto, Carcino mestamente rispose dolergli assai di quel fatto, e quando se ne rimemorava non faceva che piangere. La donna allora, usufruttuando l’attitudine affettuosa in che si agitava il marito, gli rinsegnò tutto l’accaduto. Della qual cosa Carcino ne fu allegro quanto altri mai, e si portò in casa il figliuolo; e per paura de’ Cartaginesi andò colla sua famiglia a stabilirsi in Siracusa. Ivi cominciò ad ammaestrare il giovinetto nell’ arte del vasajo; e quando poi venne Timoleone, e vincendo i Cartaginesi nella battaglia del Crimisso, concedette la cittadinanza Siracusana a quanti la vollero, Carcino insieme col figliuolo si fece allibrare tra que’ cittadini.

Poi quando il vasajo reggino venne a morte, Agatocle fu preso in protezione da Dama, dovizioso e nobile Siracusano; il quale fecelo condottiero di un drappello di armati contro Agrigento: e mancato uno de’ chiliarchi, fu dato ad Agatocle tale uffizio. Morendo Dama legò alla moglie ogni sua possidenza; e costei si prese per nuovo marito Agatocle, che divenne così ricchissimo sopra ogni altro cittadino di Siracusa.

V. Quando in quel torno i Siracusani mandarono aiuti a’ Crotoniati minacciati da’ Brettii, era uno de’ capitani Antandro fratello di Agatocle, ma la somma del comando stava in Eraclide e Sosistrato. Con loro militava anche Agatocle chiliarca, ma le sue azioni, spesso valorose, venivano sempre da Sosistrato menomate e messe in dispregio. Del che rodendosi Agatocle andò mettendo voce nel popolo siracusano che Sosistrato ed i suoi fautori mirassero copertamente a ristorare in Siracusa la tirannide. Ma non fecero effetto le sue parole; anzi Sosistrato ritornato da Crotone in patria, fu ricevuto con festa, e concessogli il magistrato supremo. Così non restava altro espediente ad Agatocle che assentarsi da Siracusa per cessar la vendetta di Sosistrato.

E passò in Reggio, ove fattosi partito di moltissima copia di gente raccogliticcia, si gittò alla ventura, e nel primo tratto tentò di aver per sorpresa Crotone; il che andatogli in fallo coll’avanzo de’ suoi trasse a Taranto, e si assoldò in quelle milizie. Ma non poteva star quieto; e rendutosi sospetto di voler sovvertirvi l’ordine costituito, gli fu imposto lo sfratto. Dopo di che, rinforzatosi di una numerosa accozzaglia di rifuggiti di varie città italiche, corse ad ajutarc i Reggini, la cui città era in quel tempo osteggiata dalle armi siracusane sotto la condotta di Eraclide e di Sosistrato. Costoro furono da

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