Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/170

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Uscì di camera, e scese le scale, senza rientrare nella camera di Annetta.

Era pallidissima e il cuore le batteva in modo insopportabile. Un’idea strana, importuna, le era venuta improvvisamente. Le pareva di andare a un appuntamento!

Gli sforzi che faceva sopra se stessa per allontanare questo fastidioso pensiero, non servivano che a ribadirlo.

La voce interna le ripeteva con insistenza: «Tutti quelli che ti vedranno, diranno che vai a un appuntamento.»

Il signor Leopoldo che si trovava nel salotto del primo piano, con l’uscio aperto, e stava segnando sulla carta un motivo di romanza creata poco prima, la vide e la chiamò.

— Dove vai?

— Vado.... a salutare la Giulia Rondani che è ritornata dalla Riviera.... e parte domani per la campagna.

La coscienza di mentire sfacciatamente, le fece salire al volto fiamme di vergogna.

— Come sei bella! — sciamò Leopoldo stupefatto. — Non ti ho mai visto quegli occhi.

— Oh, babbo!....

E rise.

Ma s’arrestò a mezzo e tremò, spaventata dalla falsità di quel riso.