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La governante protestò; era vitello del più fine.

Ma don Paolo crollò il capo e respinse il piatto con una sorta di orrore.

La governante portò via l’arrosto mal venuto, abituata a questi capricci del malato.

— Vuole un bifstec?

— No... non voglio più carne. Quel coniglio mi ha disgustato. Dammi il dolce.

— Ma, che cos’ha coi conigli, don Paolo? Il signor Fausto ne voleva tenere l’anno passato per certi esperimenti, ma non fu possibile...

— Canaglie di medici!... Tormentano anche le bestie!

— E per la scienza, zio...

Il vecchio alzò le spalle.

— Bella scienza, che dopo tante fatiche, tanti tormenti e tante pretese, ci lascia invecchiare e morire come prima! Quanto ai conigli essi mi rammentano una delle più tristi e forti impressioni della mia infanzia.