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altri. Ma se ciò che afferma di sè appartiene all’idea generale dell’uomo o dell’animale, non se ne rallegrerà tanto; e per contro si attristerà se si rappresenterà le sue azioni come meno eccellenti in paragone di quelle degli altri; egli allora cercherà di allontanare questo dolore coll’interpretare malamente le aizoni dei suoi uguali o col gonfiare le sue. Si vede pertanto che gli uomini sono proclivi all’odio ed all’invidia. A ciò conferisce la stessa educazione in quanto i genitori sono abituati ad eccitare i figli alla virtù col solo stimolo dell’onore e dell’invidia. (Et., III, 55, scol.).

4) Variazioni intellettuali delle passioni. A) Una cosa passata o futura può produrre un’impressione come una cosa presente; perchè in realtà quando produce l’impressione è presente, solo viene esclusa dal presente e posta nel passato o nell’avvenire per l’azione di altre rappresentazioni, con le quali si ordina in una serie temporale (prop. 18; 47 scol.). Ma questa determinazione temporale dà alle passioni un carattere speciale. Il ricordo d’un bene passato da una parte è fonte di contentezza (gaudium); d’altra parte, in quanto ci manca, è fonte d’un certo dolore unito col desiderio, cioè di rimpianto (desiderium) (prop. 36, def. 16, 32). Il ricordo d’un male passato ci dà l’amarezza del rimorso (conscientiæ morsus) (def. 17). La gioia per un bene futuro, ma certo, è la securitas; la tristezza per un male futuro certo è la desperatio (def. 14-15). Ma siccome il più delle volte le cose future sono incerte, non abbiamo di fronte ad esse che la speranza (spes) e la paura (metus), che sono passioni fluttuanti, in quanto l’una non è mai senza l’altra (prop. 19, scol. 2; 50, scol.; def. 12-13).

B) Un concomitante intellettuale del piacere e del dolore è anche la meraviglia (admiratio), che per Cartesio è una delle sei passioni fondamentali; per Spinoza è un fatto intellettuale, cioè l’arrestarsi della mente in un oggetto nuovo, inusato che fissa quasi violentemente in sè l’attenzione (prop. 52, defin. 4).