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tandi, nozioni che ci formiamo dalla comparazione delle cose... Per bene intenderò d’ora innanzi ciò che certamente sappiamo servire ad avvicinarci sempre più a quell’esemplare della natura umana che ci siamo proposti. Per male ciò che lo impedisce. E diremo gli uomini più perfetti o più imperfetti secondo che più o meno s’avvicinano a tale esemplare. Questo bisogna anzitutto notare quando dico che alcuno passa da una perfezione minore ad una maggiore e non intendere come se io dica che passa dall’una essenza o forma all’altra. Il cavallo infatti è distrutto tanto se si trasforma in un uomo come in un insetto. Io intendo dire che la sua potenza d’agire, in quanto per essa intendiamo la sua natura, è accresciuta o diminuita. Infine intenderò in genere, come dissi, per perfezione la realtà: cioè l’essenza d’ogni cosa in quanto esiste ed opera in certo modo, nessun conto tenuto della sua durata. Perchè nessuna cosa singolare può dirsi più perfetta perchè ha durato più a lungo nell’esistenza: la durata delle cose non dipende dalla loro essenza, la quale non involge in sè alcun certo e determinato tempo di esistere: ogni cosa, sia più o meno perfetta, potrà sempre perseverare nell’esistenza per virtù della stessa forza, per cui ha cominciato ad esistere, e tutte le cose sono in questo uguali. (Et., IV, Introd.).

Niente, considerato nella sua natura, potrà dirsi perfetto od imperfetto: specialmente dacchè sappiamo che tutte le cose che avvengono, avvengono secondo un certo ordine eterno e secondo determinate leggi della Natura. Ma poichè l’umana debolezza non apprende col suo pensiero quell’ordine ed intanto l’uomo concepisce una natura umana molto più eccellente della sua e non vede nessun ostacolo che gli vieti di conquistare una tale natura, egli viene condotto a cercare i mezzi per giungere a tale perfezione; e tutto ciò che serve come mezzo per pervenirvi è detto vero bene; e il sommo bene è il pervenire ad una condizione tale da poter godere di tale natura perfetta insieme con altri individui, se ciò è possibile. E quale è questa natura? È la conoscenza dell’unione che la mente ha con tutta la Natura. (De emend. intell., ed. V. Vloten et Land, 1895, I, p. 5-6).