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a terra 185

infuriano al di fuori. Tutti si erano levati, ed eran saliti sul ponte, anche le donne. Son quelle pel solito che soffrono maggiormente il mal di mare. A vedere quelle toelette disordinate, quelle chiome scarmigliate, quegli occhi semispenti, quei visi fiochi, sparuti, quelle facce contraffatte da un lungo patire, la era cosa che faceva pietà.

» Uno sconosciuto, che mi trovai al fianco per caso, guardando quelle figure così rifinite, Dopo la tempesta. sentii che diceva: — E’ pare che escano or ora dal veglione.... — Che strano paragone! Non capisco, dissi tra me, che ci abbia a fare una tempesta con un divertimento di carnevale. Ma non avevo voglia allora di domandare spiegazioni. Si vede proprio che il mal di mare annichila, mette addosso un’apatia singolare, se uccide fin l’ambizione delle donne....».

Dalle risa sguajatelle dei bambini, e dal ridere un po’ forzato delle mamme, mi accorsi d’averne inventata una troppo grossa e detta un’altra ancora più grossa.... ma eran dette.... quindi continuai:

9. «Non ci rimaneva che di sbarcare. In breve, alla scaletta per cui si discende, si era adunato un mondo di barchette, tutte a contendersi la misera preda. Con tutta la voglia di mettere il piede sul sodo, e di trovare una camera che non dondolasse, bisognò prima superare una seconda tempesta di barcajoli; poi una terza di facchini, di doganieri, poi una quarta di servitori di piazza e locandieri. Ma finalmente eccoci all’albergo.... To’ che non me ne ricordo.... via, un albergo ec-