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più spesso è rossigna o nera, e fin vischiosa, e allora si chiama petrolio. Spesso è anche più viscida e pastosa; e allora la chiamano bitume o pece minerale. Trovasi anche allo stato solido, ed è conosciuta sotto il nome di asfalto. L’asfalto è così duro, così compatto, che se ne fabbricano oggetti di ornamento. Sono diverse modificazioni dello stesso prodotto: e tali differenze si devono alle alterazioni che esso ha sofferto, principalmente per effetto dell’aria, o meglio dell’ossigeno, il quale ha appunto la virtù di tingere in nero e di rendere più denso e meno combustibile il liquido primitivo, il prodotto vergine, che sarebbe il nafta. Ma tutte le varietà di quel minerale, chiamisi nafta, o chiamisi petrolio, sono note da lungo tempo. La loro storia si confonde con quella dell’uomo. Nella Bibbia voi leggete che l’arca di Noè era intonacata di bitume dentro e fuori; ve ne sovviene?... Poi i fabbricatori della torre di Babele si giovarono del bitume come di cemento. La navicella di vimini, entro la quale fu esposto Mosè bambino, era intonacata di bitume. Gli antichi Egizi fecero del bitume quello spreco, che far ne potevano cento generazioni di vivi, i quali si credevano creati, a quel che pare, per imbalsamare i morti, gli uomini come i buoi, i gatti, i coccodrilli e gli animali d’ogni specie. Anche l’uso di adoperare i bitumi per illuminazione è antichissimo. Gli autori più antichi, come Strabone e Diodoro Siculo, parlano con meraviglia e con entusiamo delle sorgenti di nafta in Babilonia, e dicono come esso servisse in luogo dell’olio, per accendere le lucerne, e come, disseccato, si sostituisse alle legna da ardere. Mi ricordo anzi di un certo brutto fatto narrato da Plutarco nella vita di Alessandro e confermato da Strabone. È una vera atrocità di quelle che ci fanno ringraziare Iddio di esser nati tardi quando il Vangelo ha già insegnato agli uomini, quasi da duemila anni, a rispettarsi e ad amarsi come fratelli: tanto che voi non vorreste torcere un capello al prossimo e potete credere altrettante favole certe barbarie di cui una volta era pieno il mondo, quando gli uomini forti potevano prendersi trastullo dei deboli.... Ma basta.... andiamo avanti....».

«Raccontaci codesto fatto», insistè Giannina.

«È troppo brutto.... Ma poi.... è bene come ho detto, che abbiamo un motivo di più per essere grati a Dio che ci abbia chiamati al mondo sotto la legge di amore. Quando Alessandro, detto il Grande, trovavasi in Babilonia, gli si raccontavano meraviglie, a quanto narra Strabone, di questo liquido detto nafta. Gli si ri-