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fogge toccolane 231

travertino. Tornando ora al nostro Tocco, quell’altipiano non è che una gran massa di travertino, che le sorgenti incrostanti eressero colà, strato sopra strato, tra il Pescara e l’Arollo. Vi giovi ora sapere che il travertino è, come si direbbe, il paradiso dell’ulivo, il terreno su cui prospera più allegramente. Non è quindi maraviglia che quell’altipiano si cambiasse, per favore di natura e solerzia d’uomo, in una pènsile uliveta, come una oasi in mezzo al deserto.

7. » Scalando a lenti passi quell’altura per andirivieni a zig-zag, quei poveri cavalli, pontando gli zoccoli e allungando i colli ci trassero lassù: ed eccoci a Tocco sul far della notte. Eravamo aspettati, e però ci vennero incontro il sindaco e altri del paese, fra i quali il nostro ospite, di cui non mi ricordo il nome. Era un uomo destro, dal fare aperto, dalla lingua sciolta e di parole così pronte che non potevamo aspettarci tanto da un semplice Toccolano. Il mistero fu presto spiegato quando si seppe ch’egli s’era acconciato per cuoco a Roma negli anni di sua gioventù. Reduce in patria aveva messo su un botteghino, un certo che tra il caffè e la bettola. A lui, meglio che a nessun altro, si addiceva l’incarico di far gli onori ai forastieri, e di apprestar loro i desinari. Quanto all’alloggio, ci aveva provveduto il signor sindaco, facendo allestire per noi due letti lì per li nella casa delle scuole comunali».

«Perchè non andare all’albergo?» interruppe la Chiara.

«Eh via!... non dimentichiamoci di essere nell’Italia meridionale, e, quel che è peggio, per entro agli Apennini. Poi, perchè ci sarebbero alberghi, se non ci va nessuno?

«E mangiare?» continuò curiosa la Chiarina.

«Quanto a questo gli è un altro par di maniche. Anzi tutto, c’è quel detto di Catullo1, se pur mi ricordo: — Cenerai bene presso di me, se ci porterai del buono; — e state sicuri che il signor Vitale aveva inteso pel suo verso il suggerimento del poeta latino, ed aveva rimpinzito il nostro piccolo carrettone di carni fresche, le quali, come sapete, si preparano in America e si mangiano in Europa ben disposte entro scatolette di latta saldata: poi di tutto quanto può, non solo bastare alla necessità, ma contentare anche una onesta leccornia. Del resto, vino che è un’ambrosia, olio che è una dolcezza, maccheroni conditi con

  1. Cajo Valerio Catullo, nato 86 anni prima di Cristo a Verona od a Sirmio (oggi Sermione) sul Benaco (lago di Garda), visse appena 30 o 40 anni e fu elegantissimo poeta latino.