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mischî prestano più facilmente i grandi monoliti1 per balaustrate, colonne, ecc., e sono di un bellissimo effetto. La serravezza è un marmo, dirò, grandioso, che non si presta a piccoli finimenti, ma ha bisogno di vasta superficie, che le permetta di spiegare le sue maschie bellezze. Allora si ammira quel grazioso impasto di calcari bianchi, rossi, carnicini, con verdognole venature di talcoschisto2. Ne vidi una cava, partendo da Ruòsina, e rimontando la Versilia, sulla sinistra del fiume. Che stupendi monoliti stavano aspettando di essere calati giù giù per una lavina quasi inaccessibile!

3. » Ma io volevo dirvi anzitutto le vive impressioni riportate da questa prima andata alle Alpi Apuane. Quella che ne riporterebbe chi percorresse solamente la valle della Versilia, sarebbe dolce, favorevolissima, e gli lascerebbe nell’animo l’invito a tornarvi. Ma non è dappertutto così. Quella valle, solcata da acque perenni, che danno moto alle segherie di marmi, e vita a un paesaggio boscoso, ridente, sparso di paeselli il cui aspetto annunzia un certo benessere, richiama le più belle fra le vallate delle nostre Prealpi; la valle Imagna, per esempio, che vi ho altre volte descritta3. Come nella valle Imagna, come in tutte le nostre vallate prealpine, lo sfondo del paesaggio, tutto ameno e ridente è una gran tela di rupi ignude e severe, di cime squallide e ineguali, che sembrano confinare col cielo. Nello sfondo della Versilia si disegnano infatti le formidabili panie descritte dallo Spallanzani. Donde traggano il nome quelle montagne, no’l potrei sapere di certo4. Formano come una gran cortina, un gran muraglione, da cui si spiccano, levandosi sublimi, diverse cime vertiginose. A tutte sovrasta la Pania della Croce, che chiude la valle precisamente a nord, slanciandosi, come ho detto, fino a 5728 piedi parigini sul livello del mare. Dalla base di questa specie di piramide parte l’enorme muraglia che difende la valle a nord est e termina a sud-est colla Pania Forata, e Monte Forato, il quale presenta un fenomeno assai raro. Pare impossibile che

  1. Dal greco monos = un solo, e lithos = pietra; lavoro d’un sol pezzo di pietra.
  2. Gli schisti sono rocce di tessitura fogliacea, come fossero composte di minerali passati sotto il laminatojo e distesi in falde, che si sovrappongono per formare la roccia. Il talco è un silicato di magnesia, cioè composto di magnesia e di silice, verde, ontuoso e dolcissimo al tatto, e così molle che si scalfisce coll’ugna. Il talco, associato sovente ad altri minerali, forma una roccia schistosa che si chiama talcoschisto.
  3. Vedi la Serata VIII.
  4. Forse Panie è corruzione di Apuane.