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i marmi apuani 369

quella cima d’uomo, quel principe degli osservatori ch’era l’abate Spallanzani, avendo percorso lo stesso cammino da me tenuto, e per di più attraversate le panie che descrisse, non faccia verun cenno, per quanto io sappia, della Pania Forata1. Dunque ve ne dirò io qualche cosa.

» Non avete mai sentito parlare di caverne che passano le montagne parte parte?».

«Del traforo del Cenisio, per esempio....» rispose Giovannino.

«Quella è una galleria artificiale. Quando si dice caverne, s’in tendono fori naturali ne’ monti, e ve n’ha diverse che passano da una parte all’altra della montagna. Le Alpi vantano il Martinsloch o Pertugio di Martino. È una Martinsloch ossia Pertugio di Martino. caverna naturale, che trafora la gran cortina di montagne, per cui la valle della Linth è separata a sud-est da quella del Reno, o, con altre parole, il Cantone di Glarus da quello dei Grigioni. A giudicare da quanto ne lessi, perchè io non l’ho veduto, non pare gran cosa; ma presenta questa singolarità, che due volte all’anno il sole si diverte a farvi capolino, come da una finestra, sbirciando per un pochino il villaggio di Elm».

«Perchè nol farebbe tutti i giorni!» domandò la Camilla.

«No: due sole volte all’anno. Sarà, ritengo, un bel giorno di primavera, e un altro bel giorno d’autunno. Ma non lo so positivamente».

«Non capisco», rispose la Camilla, «il sole passerà tutti i giorni davanti a quella finestra».

«Va bene; ma non tutti i giorni il suo raggio potrà ugual-

  1. Opuscoli inediti di Lazzaro Spallanzani. Reggio, 1843.