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CAPO XXI. 63

scopo salutare di fermar l’amistà e l’unione dei compagni, invitandoli a riguardarsi l’uno l’altro come fratelli, ed a sacrificare concordemente agl’iddii della patria: siccome usavano insieme Sabini e Latini per le feste di Feronia1; i prischi Latini tra di loro2; Etruschi e Umbri3, ed altresì Lucani4. Questo sacro e fraterno vincolo tendeva così palesemente a fortificare il patto della lega sott’obbligo stabile di religione. E per lo stesso principio di governo tutti gli altri popoli, che si reggevano del pari a stato confederativo, convocavano solennemente, e con religiose osservanze, i pubblici loro parlamenti sia ne’ casi urgenti,, sia in stagioni e tornate prefisse. Di tal modo solean congregarsi gli Etruschi nel tempio di Voltumna5, i Latini nel sacro luco di Aricia, o in quel di Ferentino, ed i Sabini a Cure: siccome spesse volte istoricamente si fa uguale menzione dei concilj degli Equi, Ernici, Volsci, Sanniti, Lucani e Liguri. Il fine primario di queste adunanze nazionali, legalmente composte dei primati o principi del governo6 si era il grande af-

  1. Dionys. iii. 32.
  2. Vedi Tom. i. p. 216.
  3. Tom. i. p. 80.
  4. Tom. i. p. 303. 304.
  5. Così nel medio evo era consuetudine tra di noi che i consigli ed i magistrati convenissero per le chiese, prima che in un Palagio.
  6. Principium Etruriae concilium: Principes populorum. Liv. ii. 44. x. 16.; Nepesinorum princeps. Liv. vi. 10. — Così pure nella Sabina. Liv. ii. 16.