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lità, come abbiamo fatto degli atti precedenti. Voi foste, o signori, i testimoni degli avvenimenti non mai abbastanza deplorabili de*giorni 15 e 16 novembre del l’anno scorso, e insieme con noi li deploraste e li condannaste; voi confortaste il nostro spirito in quei giorni funesti; voi ci seguiste in questa terra ove ci guidò la mano di Dio, la quale innalza ed umilia, ma che però non abbandona mai quello che in Lui confida; voi ci fate anche in questo momento nobile corona, e perciò a voi ci rivolgiamo affinchè vogliate ripetere i nostri sentimenti e le nostre proteste alle vostre corti e ai vostri governi.

» Precipitati i sudditi pontifici per opera sempre della stessa ardita fazione, nemica funesta dell’umana società, nell’abisso più profondo di ogni miseria, noi come principe temporale, e molto più come capo e pontefice della cattolica religione, esponiamo i pianti e le suppliche della massima parte dei nominati sudditi pontifici, i quali chiedono di veder sciolte le catene che gli opprimono. Domandiamo nel tempo stesso che sia mantenuto il sacro diritto del temporale dominio alla Santa Sede, del quale gode da tanti secoli il legittimo possesso universalmente riconosciuto, diritto che nell’ordine presente di Provvidenza si rende necessario e indispensabile pel libero esercizio dell’apostolato cattolico di questa Santa Sede. L’interesse vivissimo che in tutto l’orbe si è manifestato a favore della nostra causa, è una prova luminosa che questa è la causa della giustizia, epperciò non osiamo neppur dubitare ch’essa non venga accolta con tutta la simpatia e con tutto l’interesse dalle rispettabili nazioni che rappresentate.

» Gaeta, 14 febbraio 1849.

» Pius PP. IX.»1


  1. Vedi Documenti, vol. VIII, n. 61 — Vedi Motu-proprî ec., vol. I, n. 75. — Vedi il Costituzionale, n. 23.