Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/49

Da Wikisource.

presso i Greci, e loro Pittura. 43

con ragione annoverarsi tra i più pregevoli monumenti rimastici dell’antichità; il che si può dire eziandio delle quattro o cinque statue muliebri in atto di danzare, poste sulla scala che conduce al museo, non meno che di quelle de’ Cesari, e delle romane imperatrici, più grandi ancora delle mentovate, e che si vanno successivamente restaurando. Essendomi proposto d’indicare, tra le statue di questo museo, quelle soltanto che sono di grandezza naturale, ometto di parlare del preteso Alessandro e d’un’Amazzone, amendue a cavallo e alte tre palmi1, di un Ercole, di molti Sileni, altri sedenti sugli otri, ed altri a cavallo di essi, i quali serviano per bocche di fontane, e di altre figure di consimil grandezza, oltre le più piccole che moltissime fono. Così nulla dirò de’ ventiquattro busti, parte di grandezza naturale e parte minori, i quali sono stati pubblicati nel Tomo V. del museo d’Ercolano.

[..a Roma...]

§. 19. Non oserei asserire che maggior numero d’antichi bronzi sia in quel museo, che in tutta Roma; ma tengo per fermo esservi colà maggior numero di statue, sebbene pur qui parecchie io ne possa annoverare. Comincierò dal Campidoglio. Oltre la statua equestre di M. Aurelio poco men che colossale posta sulla piazza del Campidoglio, v’è nel cortile interno alla destra la pretesa testa colossale di Commodo, ed una mano, che probabilmente appartennero alla medesima statua. Nel palazzo de’ Conservatori si vede il famoso Ercole maggiore della grandezza naturale, che ha tutta ancora l’antica indoratura: di grandezza naturale sono la statua d’un Camillo, ossia d’un di que’ fanciulli che ministravano ne’ sagrificj in semplice sottoveste succinta2, quale soleano essi portare, e quale lor vien data su varj


F 2 bassi-
  1. Vedi Tomo 1. pag. 389. e seg., ove se n’è parlato dall’Autore, e da me.
  2. Vedi Tom. I. pag.320. not. a.