Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/182

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aggirarsi intorno alle pietre. Ma forse mi si dirà, andar io fuor di questione, sempre e quando il signor le Roy, e con esso molti altri non negano l’antichità delle fabbriche egiziane, ed una tal qual arte di formare edifizj alle diverse nazioni orientali, e più antiche della greca; negano solo che quest’arte ridotta a sistema, regolata da leggi, inventrice d’ornamenti, ed eleganze debba riconoscersi da altra parte, che da quella cultissima nazione. Tutto bene: ma io credo, e con me penseranno tutti i più saggi, che i fondamenti di quest’arte siano principalmente, come dissi, la cognizione de’ buoni materiali, la maestrevole disposizion loro per formar con essi un’opera comoda all’umanità, e durevole. Potea mai farsi tutto questo senza aver fissati insensibilmente de’ metodi, e delle regole? Poteano farsi mai tante maestose fabbriche simili nella costruzione, proporzionate al lor fine, e ciò senza regolamenti, e per un solo trasporto di capriccio? Noi sappiamo, che da tempi remotissimi vi erano gli architetti. Or che razze di architetti farebbero state, se avessero lavorato senza ordine, senza leggi, senz’arte? Di essi si parla nelle Sacre Scritture al libro dell’Ecclesiastlico1. Si fanno diversi dal fabbricatore, dal ferraro, dal lavoratore di terra, e si conclude, che senza quelli non si fabbricava una città. Vi era dunque il direttore delle arti minori, e le regolava secondo le leggi di una buona Architettura; che però non è meraviglia, se questi tali veggonsi presso Isaia2 annoverati fra’ sapienti. Confronta con ciò quanto scrive Eupolemo, essere stato sapientissimo quell’architetto, che dal re di Tiro fu mandato a Salomone3, e quanto Diodoro pensò de’ bravissimi archi-


tet-


  1. Eccli. cap. 38. v. 28. seqq.: Sic omnis faber, & architectus.... sic faber ferrarius ..... sic figulus..... unusquisque in arte sua sapiens est: sine his omnibus non ædificatur civitas.
  2. Isaiæ cap. 3. vers. 3.
  3. Apud Euseb. De præpar. evang. lib. 9. cap. 34. pag. 449.: Qui tibi (architectus) quæcumque ex eo quæsieris, quæ cœli hujus ambitu continentur, si modo ad architettu-