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176 libro secondo

narrata del marchese Arduino); sosteneva perciò spettargli fra le altre ragioni quella di concorrere all’elezion dell’abbate, ovvero di confermarla. Nel 1066 invece fu dai monaci eletto, a sua totale insaputa, Benedetto ii di questo nome; ed egli che in fatto di costumi era così tollerante, s’adontò im­mensamente di quest’offesa fatta alla sua giurisdi­zione, e co’ suoi Torinesi capitanati dal marchese Pietro uscì a’ danni del monastero. Molto tempo durò quella guerra scandalosa, e con vario successo, per­ chè anche i monaci corsero all’armi, e trovaron gente a difenderli; e sebbene Cuniberto ed il mar­chese pervenissero a cacciar l’abbate dal monastero, pure ei vi tornò improvvisamente nel 1078 con buon nerbo di truppe, e trovati gli occupatori sprovve­duti li volse in fuga assai ben malconci. Ma sul finir di quell’anno medesimo il papa vietò sotto gravi pene le offese, ordinò che l’una parte ristorasse all’al­tra i danni dati, e commise la cognizione della causa nel merito ai vescovi d’Asti e d’Acqui ed all’abbate di Fruttuaria.3 Come finisse poi la questione non è ben certo, nè merita fede quanto narra lo scrittor della vita di S. Benedetto giuniore, che il ve­scovo, condannato dai delegati, e continuando le offese, venisse scomunicato. Il marchese Pietro morì tra il 10 luglio e il 26 d’ottobre del 1078 non la­sciando che due figlie. Cuniberto poco più d’un anno dopo. Non pare che il fratei minore di Pietro,