Pagina:Strenna dell'Uomo di pietra per l'anno 1860.djvu/70

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poco a poco nelle plebi rustiche insieme con quella vernice di educazione che l’avarizia dei signori non s’avea dato briga di approfondire e consolidare. Fu un momento di crisi così vitale, che se non era il naturale buon senso delle genti latine, e il rigurgito dall’Asia dei buoni elementi instillatile trent’anni prima, l’umanità era bella e andata.

Adolfo Kurr era succeduto a Giovanni Mayer nel buon papato dell’Asia Centrale; egli avea edificato una nuova Babilonia e la chiamava la capitale dell’umanità. Il suo impero s’era esteso in brev’ora dalle tribù dell’Arabistan alle frontiere della China, e insieme coll’impero le industrie, il commercio, le strade ferrate e i telegrafi. Le materie prime, che con tanta abbondanza si raccoglieva in quelle regioni, alimentavano quest’improvvisa risurrezione di vita e l’energia mussulmana s’era fusa e trasformata in quel modo generale di civile attività. Non v’erano più allora nel centro dell’Asia nè Turchi, nè Persiani, nè Afgani, nè Curdi; vi erano uomini.

Adolf Kurr non volle lasciare la madre patria alle prese con una rivoluzione intestina e brutale, che vi avrebbe isterilito ogni germe di civiltà. Egli disegnò una spedizione de’ suoi per ricomporvi l’ordine e l’armonia fra le diverse classi sociali, facendone possibilmente una sola. Spalleggiati dall’Italia, dalla Spagna e dalla Francia, ove le nuove turbolenze pochi fautori avevano trovato, i nuovi civilizzatori pacificarono in sei anni la Germania, le Provincie Danubiane, la Polonia e la Scandinavia. E mentre cotali prodigi si compievano in Europa e si gettavano le vere basi dell’attuale società, i Russi in Asia spalancavano le porte della Cina e conquistavano trecento milioni di proseliti all’influenza europea.

Nell’anno 2030 la federazione asiatica comprendeva la maggior parte di quel continente dalla Siria alle Indie ed alla China. Le maggiori varietà di stirpi e di lingue e di razze vi si incontravano per l’eguale ricchezza di agricoltura, di industria e di scienza pratica. La strada ferrata corse quell’anno la prima volta da Stoccolma a Pechino e da Pietroburgo a Calcutta.

Allora si pensò ad un congresso di tutti i popoli del mondo, cioè delle tre gran federazioni: l’europea, l’americana e l’asiatica. Quel congresso si raccolse a Costantinopoli sotto la presidenza di Adolf Kurr e trattò tutte le quistioni che interessavano il bene dell’umanità. Prima di ogn’altro si discusse quella della scienza. E il presidente stesso, sorto con una lunga orazione a provare