Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/85

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vorrà, con questo benedetto Bortolo, piú di un’ora per arrivare alla stazione e infine bisognerà anche mangiare qualche cosa, perché di notte con quel nostro treno non troveremo nulla fino a Trieste.»

Del resto e nell’intimo dell’animo suo il signor Aghios lo riconobbe. Non sarebbe stato bene di vedere quella sera il Rio di Noal. Cosí desiderato da lontano, posto al disopra della piazzetta e della vista su S. Giorgio, diventava una cosa enorme. Lo adornava il desiderio e anche l’impossibilità di raggiungerlo.

E davanti al palazzo dei dogi il signor Aghios parlò ancora dell’unico ponte di legno che fosse a Venezia, situato anche quello nel suo rio... Poi egli stesso s’avvide che non era possibile di continuare a parlare del Rio di Noal a chi non l’aveva mai visto e stava guardando la Chiesa di San Marco intento e raccolto.

Poi il signor Aghios parlò del quarto d’ora terribile di Venezia, non durante la guerra, ma molto prima, alla caduta del campanile, e descrisse il terrore che aveva provocato lo stato del Palazzo, l’allontanamento della Biblioteca e la chiavatura delle mura che danno sul Rio della Canonica, fasciature che rappresentavano il pericolo enorme e anche un dolore come di mal di denti.

Il signor Aghios propose al Bacis di lasciarlo dinanzi alla chiesa intanto ch’egli avrebbe fatto un salto alle Mercerie per eseguire la sua missione. E avviandosi il signor Aghios con piena sincerità pensò: “Egli vedrà Venezia meglio se lasciato solo. Già io, il poeta, non so dire nulla che valga a comunicare le mie impressioni. La storia non la so, lo stile non conosco1. Dunque?”. E ammirò che bastava la compagnia prolungata di un solo uomo per togliergli la grande libertà del viaggio. Ci poteva essere meno libertà che quella di essere costretto di parlare di cose che non si sapevano? E poi pen-

  1. Nel ms. c’è un’annotazione sottolineata: «Tutto sommato fin qui e da qui». Evidentemente un apprezzamento sul suo lavoro, di cui doveva servirsi nella rielaborazione ed i cui limiti, a lui noti, non sono precisabili con facilità.