Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/86

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sò: “Non sarebbe perciò stato meglio di dividersi dal suo nuovo amico?”. Gli sarebbe stato doloroso, perché egli era l’uomo dalle affezioni improvvise. E si levò dal dubbio pensando che per lui era meglio di passare la notte con persone che conosceva. Si toccò la tasca di petto.

Il signor Meuli, un uomo sulla cinquantina tuttavia biondo, ma calvo, grosso e curvo, era nella sua bottega occupato a fare qualche cosa di simile al bilancio della giornata in compagnia di un commesso. Esaminava delle annotazioni minute su un piccolo pezzo di carta, intanto che il commesso contava dei brillantini sciolti in una scatolina divenuto.

Vedendo entrare l’Aghios non sospese il lavoro, ma tenendo sempre d’occhio la cartina e il commesso gli domandò: «Qual buon vento ti porta?».

Il signor Aghios gli disse la missione da parte della moglie. Gli portava cosí un affare di oltre centomila lire, ma non parve che il Meuli ne fosse molto felice. Anzi assunse lui un faruccio di protezione e dichiarò: «Sono ben contento di non essermi impegnato per quel vezzo di perle. Allora resta stabilito cosí! Metto in disparte quel vezzo di perle per l’amica di tua moglie e non se ne parli piú». Poi: «Ti fermi a Venezia?». L’Aghios gli rispose che doveva partire a mezzanotte.

«Con quel treno merci?» esclamò il Meuli stupito.

«Non si poteva fare altrimenti. Arrivai a Venezia alle 20 e il treno celere per Trieste era partito alle 18. Io debbo essere a Trieste domattina di buon’ora.»

Il Meuli lo guardò ridendo. La persona dell’Aghios gli pareva tanto lenta, che gli pareva impossibile fosse spinta a tanta fretta.

L’Aghios uscí da quella bottega un po’ stupito di aver trovato il Meuli piú curvo del solito e anche piú cereo. “Che stia male? Era un uomo tanto occupato a far denari che poteva anche morire senz’accorgersene.”

Già la morte era il presupposto della vita e quando si trattava di un uomo come il Meuli non bisognava dolersene troppo. Non che l’Aghios gli augurasse la morte, tanto piú