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146 la tempesta


naufragammo sopra questa spiaggia
dove perdetti ‒ come è acuto il male
di un tal ricordo! ‒ il figlio mio diletto
Ferdinando.

Prospero.


Ne son dolente, o Sire.

Alonzo.


La perdita è senza riparo e dice
la pazienza ch'è fuor d'ogni sua
cura.

Prospero.


Invece mi par che non abbiate
l'aiuto suo richiesto, poi che il dolce
favor mi presta di sovrano aiuto
in una eguale perdita e mi accorda
il riposo.

Alonzo.


Una tal perdita voi?

Prospero.


Tanto grande per me, quanto recente
e contro cui, per sopportarla ho mezzi
più deboli di quelli che potete
invocare a confronto vostro: ho perso
la figlia mia.