Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/574

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TERZO OO7 basti a conchiudere che 11011 vi era. Inoltre Plinio comandò nel suo testamento che esse si facessero, testamento fieri jussit-, ma forse, come spesso avviene, il comando di Plinio, qualunque ragion ve ne avesse, non fu eseguito. La ragione presa dall’essersi in Milano trovata la lapida , e dal non esser probabile che vi fosse trasportata da Como, non parmi di gran peso. Quante altre lapide son passate per somigliante maniera da un luogo a un altro? Chi non sa che i celebri marmi Arondelliani dalla Grecia sono stati trasportati in Inghilterra? e tutte le antiche lapide che sono ora in Venezia, non vi son elleno venute altronde? Nell’arrabbiata guerra che al principio del xii secolo si accese tra’ Milanesi e i Comaschi, in cui i primi furono vincitori, non poteron essi insiem con altri ornamenti e con altre spoglie trasportare dalla vinta città a Milano la stessa lapida? molto più ch’ella era, come lo stesso Alciati afferma, infranta in più pezzi, effetto probabilmente del negligente trasporto da un luogo all’altro. Queste sono le ragioni che non mi permettono di seguire l’opinione de’ sopraccitati scrittori milanesi; la quale però, quando io vegga da più autorevoli pruove, che non sono le recate finora, nuovamente confermata, abbraccerò io pur di buon animo, e rallegrerommi di questo onorevole pregio accresciuto a una città che di tanti altri è già adorna e famosa (13). Così parimenti (*) Questa mia breve dissertazione, in cui ho procurato di dimostrare che la biblioteca di cui si parla