Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/29

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TERZO I 181 nondimeno de autorità allegale, e quella singolarmente dell1 Indice romano, non lasciano dubitare che qualche libro eretico sotto il nome dei Landi non sia veramente venuto a luce. Ma è egli certo che ne fosse autore Ortensio? Noi vedremo tr «i poco che dal i53.{ fino al 1555 in circa ei visse per lo più in paesi cattolici, servì a vescovi cattolici, stampò le sue opere in città cattoliche. A questo tempo dunque non potè ei pubblicare i suddetti libri, e conviene perciò (fissare l’apostasia dall Ordine di S. Agostino e dalla Religion cattolica del Landi o prima, o dopo un tal tempo. Or a me sembra che l’una e l’altra’epoca sia ugualmente improbabile. Se noi ammettiamo la prima, cioè che il Landi apostatasse nell’età giovanile, come potrem noi spiegare il soggiorno ch’ei poscia fece in paesi cattolici, e il servire a più vescovi? Forse egli tornò in se stesso, e rientrò nel sen della Chiesa. Ma in tal caso, si sarebbe voluto ch’ei tornasse al suo Ordine, che ritrattasse pubblicamente gli errori insegnati, che a libri eretici da lui pubblicati contrapponesse altri libri di più sana dottrina. Nulla di tutto ciò sappiamo del Landi, e niun vestigio ne apparisce dalle sue opere. Molto meno mi par verisimile la seconda epoca. Crederem noi che il Landi in età di cinquantanni si facesse frate per poi apostatare? Oltre di che, il Simplero stampò la sua Biblioteca, in cui nominati si veggono i libri del Landi, nel 1555, quando questi era ancora in Venezia; ed essi perciò dovean essere usciti alcuni anni prima. Come dunque potrem noi sciogliere questo nodo? Io rifletto