Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/106

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94 LIBRO dotte loro fatiche. A’ musei di antichità.si aggiunsero quelli di storia naturale, de’ quali appena il secolo precedente dato ci ha qualche esempio j ed essi ebbero origine dalle tante opere che dopo la metà di quel secolo furono pubblicate, affin di scoprire il regno della natura. Perciocchè veggendo che a ben conoscerlo sarebbe stato necessario f andarsi aggirando per le più lontane provincie, salire le più erte montagne, e profondarsi nelle più cupe caverne, nè essendo ciò possibile alla maggior parte de’ dotti, questi pensarono a raccogliere nelle loro stanze ciò che la natura ci offre di più pregevole e di più raro in qualunque parte del mondo j c ili avere in tal modo sotto i loro occhi, standosi tranquilli e sicuri nelle proprie case, quanto avrebbon potuto osservare in lunghi e disastrosi viaggi. Di tutti questi tre generi d’erudite raccolte ragioneremo in questo capo, scorrendo le diverse provincie d’Italia, in cui si videro le più ragguardevoli * e per non ripetere tre volte lo stesso viaggio, ricercheremo al tempo medesimo ciò che ciascheduna città ci offre di più memorabile in tutti questi tre generi. Fra le altre guide che in tali ricerche ci posson servire di scorta, abbiamo due dottissimi Benedettini francesi, cioè i PP. Mabillon e Montfaucon, il primo de’ quali nel i(>85, il secondo nel 1698, venuti in Italia, tutte ne visitarono le biblioteche e i musei, e ce ne lasciarono la descrizione j il primo nella sua opera intitolata Iter italicum, stampata in Parigi nel 1724$ il secondo intitolata Diarium italicum, ivi parimenti