Pagina:Tiraboschi - Vita del conte d. Fulvio Testi, Modena, Società tipografica, 1780.djvu/142

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130 Vita del Conte

veramente reo; e certo è falsissimo, ch’ei morisse decapitato in Rubbiera, come tra poco vedremo.

Il P. Franchini nelle sue Memorie MSS. degli Scrittori Modenesi si è accostato più al vero che tutti i suddetti Scrittori. Egli racconta, che il Testi, essendo Segretario del Duca, cercò ed ottenne di esser fatto Segretario di Francia in Roma; che di Francia ne fu spedito il Brevetto, il quale insieme col piego delle lettere avrebbe dovuto portarsi, secondo il solito, al Testi, che per ragion del suo impiego soleva aprirle; ma che essendo egli infermo, fu portato al Duca, il quale in tal modo scoperse il disegno del Testi; e sdegnato, che un suo Ministro volesse lasciare il suo servigio per passare a quello d’altra Corona, il fece chiudere nella Fortezza di Modena, donde avendo il Testi cercato poi di fuggire, ed essendo stato perciò rinchiuso più strettamente, oppresso dal dolore cadde infermo e morì.

Nella medesima maniera si racconta il fatto dal Muratori1, se non che egli alla infermità del Testi sostituisce una gita da lui fatta in campagna, e senza parlare del tentativo di fuggire, dice solo ch’ei finì di vivere per malattia, quando il Duca avea già determinato di liberarnelo. Così tutti finor gli Scrittori o ci narran fole sulla disgrazia del Testi, o se danno qualche indicio del vero motivo di essa, ne parlano con poca certez-

  1. Antich. Est. T. II. p. 554.