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Manifesto del Sig. di Saussure. 15

ro la portava fino alla sua camera. Ma non aveva proveduto veruna uscita alla materia Elettrica, veruna comunicazione colla Terra: anzi aveva procurato d’isolare colla maggior attenzione la parte del Conduttore, che terminava nella camera. Quest’era ferrare il lupo nell’ovile: la materia del Fulmine condensata nella Macchina, non trovando uscita, si slanciò in forma di globo di fuoco nella di lui fronte, ad un piè di distanza, e lo stese morto. Se quel Conduttore avesse avuto comunicazione colla Terra, la materia del Fulmine avrebbe continuato la sua strada senza recare alcun danno: anzi è credibile, che questa materia filtrandosi poco a poco non avrebbe fatto esplosione alcuna. I Fisici, che hanno esaminato colla maggior attenzione le circostanze di questo caso, sono persuasi, che fu questo vizio del suo apparecchio la vera cagione della sua morte1. Tali esperienze erano allora così nuove, che niuno si deve stupire, che s’ignorassero certe avvertenze, che conviene avere nel praticarle2.

9. L’apparecchio, ch’io adopero per osservare l’Elettricità delle Nuvole, costruito sull’idea di quello del celebre Franclino, non va soggetto a tali inconvenienti. È bensì necessario, affine d’osservare l’Elettricità dell’Aria, che il Conduttore, il quale la fa passare in Terra, sia qualche poco interrotto: altrimenti si dissiperebbe nel silenzio, e senza potersi scoprire. Il mio Conduttore ha interruzione d’un pollice. Può il fluido Elettrico senza difficoltà varcare questo piccolo passo; poichè vediamo la poca quantità di questo fluido, che noi condensiamo nelle nostre Macchine, varcare degli spazj ben più considerabili. Ma segli facilita ancora il passaggio con una invenzione particolare. Si attacca fissa una campanella da orologio alla parte del Conduttore, che comunica colle Nuvole, ed un’altra campanella simile alla parte vicina, che comunica colla Terra: tra le due campanelle si sospende un piccolo battaglio di metallo; e quando l’aria diviene Elettrica, questo bat-


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  1. Vedete quel, che ne dice il Sig. Watson nella Trans. Filof. an. 1754. pag. 770.
  2. Chi può senza sorpresa vedere, che nel 1760., vale a dire sette anni dopo questo caso notorio, il Sig. Ab. Nollet consigli ai Fisici un apparecchio; che contiene tutti i vizi essenziali di quello del Sig. Richmann, e che ci esporrebbe allo stesso rischio? Vedete le sue lettere sopra l’Elettricità T. I. pag. 164.