Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/353

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il primo getto 323
Che l'universo poi
Empiè di sua virtù;
Senza di cui l’amabile
Legge di Dio che valo?
Al duro cor mortale
La legge è servitù.
Ivi diffuse in prima
Le piene sue virtù;
Senza di cui l’amabile
Legge di Dio che vale?
Al duro cor mortale
La legge è servitù.

Seguivano poi tre altre strofe, qua o là variate ma non rifatte. Esse dicono:

4. È face alta su l’onda
     Che scogli e sirti illumina,
     Che fa veder la sponda
     Ma che non può salvar.
     Invan da lunge il naufrago
     Il suo periglio ha scorto,
     Invan, ch’ei piomba absorto
     Nel conosciuto mar.

5. Ma questa eterna in Dio
     Pietosa Aura ineffabile,
     Di cui giammai desio
     Indarno un cor non ha;
     Questa d’Adamo al misero
     Germe il cammino addita,
     E alla promessa vita
     Gioja e vigor gli dà.

6. O del peccato ancella
     E della colpa immemore
     Terra, al Signor rubella,
     Chi ti cangiò così?
     Donde su tanta tenebre
     Sì viva luce uscìa?
     E su che fronti in pria
     Dovea levarsi il dì?