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il proclama di rimini 355

IL PROCLAMA DI RIMINI.

frammento di canzone


APRILE 1815.

O delle imprese alla più degna accinto,
     Signor che la parola hai proferita,
     3Che tante etadi indarno Italia attese;
     Ah! quando un braccio le teneano avvinto
     Genti che non vorrian toccarla unita,
     6E da lor scissa la pascean d’offese;
     E l’ingorde udivam lunghe contese
     Dei re tutti anelanti a farle oltraggio;
     9In te sol uno un raggio
     Di nostra speme ancor vivea, pensando
     Ch’era in Italia un suol senza servaggio,
     12Ch’ivi slegato ancor vegliava un brando.

Sonava intanto d’ogni parte un grido,
     Libertà delle genti e gloria e pace!
     15Ed aperto d’Europa era il convito;
     E questa donna di cotanto lido,
     Questa antica, gentil, donna pugnace
     18Degna non la tenean dell’alto invito:
     Essa in disparte, o posto al labbro il dito,
     Dovea il fato aspettar dal suo nemico,
     21Come siede il mendico
     Alla porta del ricco in sulla via;
     Alcun non passa che lo chiami amico,
     24E non gli far dispetto è cortesia.