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e non verso la morte; e adesso, invece,
come già morto fosse, a me la parte
disse che come sposa aver dovrei,
disse come tra i figli andar divisi
dovean del padre i territorii; e il tempo
specificò: quando tre mesi e un anno
dalla partenza ei già remoto fosse.
In questo lasso, spento egli sarebbe,
o, di tal tempo valicato il termine,
vissuto avrebbe di sua vita il resto
senza piú doglie. A tal sorte, diceva,
per divino volere, erano d’Ercole
le fatiche soggette; e soggiungeva
che dall’antico faggio udite un giorno
l’ebbe in Dodona8, e dalle due colombe.
E l’esito fatale, in questi giorni
appunto cade, ed or si deve compiere.
Sicché, dal sonno esterrefatta io balzo
sovente, amiche mie, ché del piú prode
fra i mortali, restar non debba vedova.
CORIFEA
Fa’ buoni augurî, adesso: un uomo giungere
inghirlandato, a fauste nuove io scorgo.
Entra un vecchio popolano.
IL VECCHIO
O Deianira, il primo araldo io sono
che dai timor t’affranca. È vivo, sappilo,
d’Alcmena il figlio, è vincitore, e reca
le primizie di guerra ai patrii Numi.