Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) III.djvu/151

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DEIANIRA
Esce dalla reggia, seguita da una schiava che reca
un cofanetto chiuso. Si volge al Coro.

Finché lo straniero14, amiche, in casa
con le fanciulle prigioniere parla,
e s’appresta a partire, io qui di furto
venni, per dirvi ciò ch’io feci, e insieme
perché voi foste al dolor mio partecipi.
Ch’io la vergine accolsi, or non piú vergine,
a ciò che appare a me, come un nocchiere
su la sua nave un carico. Ed è merce
che distrugge il mio cuore; e adesso in due,
sotto la stessa coltre un solo amplesso
stiamo attendendo: tal compenso a me
della custodia lunga alla sua casa
Ercole il buono, Ercole il fido invia.
Con lui che da tal morbo è tanto afflitto,
io crucciarmi non so. Ma qual mai donna
viver potrebbe con costei, partecipe
d’un letto solo? Io qui veggo una nuova
giovinezza fiorire, una distruggersi;
e l’occhio brama il fior di quella cogliere,
respinge l’altra il piè. Temo per questo