Vai al contenuto

Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/167

Da Wikisource.

discorso sul testo del poema di dante. 165

XXXI. Dov’ei loda individui di città guelfe, vitupera le città: e dove sostiene le ragioni de’ ghibellini, ferisce i principi della fazione. Pare che il matrimonio di Beatrice d’Este di casa guelfa col primogenito della casa Visconti, ferocissimi fra’ ghibellini, rallegrasse tutta l’Italia della speranza d’alcuna tregua alle guerre civili ’. Ma Dante credeva a ragione che sì nuove alleanze avrebbero perpetuato in potere i suoi nemici in Toscana; e la occasione gli pareva propizia a disacerbare sopra gli Estensi e i Visconti il disprezzo ch’ei sentiva amarissimo per tutti i signori Lombardi *. Però dimentica il suo terzo cielo dell’amore platonico, e l’indulgenza ch’ei pur neWIn/erno sentiva gentilissima per le donne; colloca fra’ destinati alla beatitudine eterna il primo marito di Beatrice d’Este; e gli fa dire: —

Per lei assai di lieve si comprende Quanto in femmina fuoco d’amor dura, Se i’oc.iiio e il tatto spesso noi raccende».

E ricorda una figliuola innocente quasi abbandonata dalla madre per correre a un altro letto. A noi l’episodio riesce de’ più affettuosi di tutto il Poema. Ma allora le seconde nozze erano abboniinate dal popolo; e chiamate bigamia da’ frati, forse perchè raccoglievano più scarse elemosine per le anime dei mariti defunti : e i feudatari esigevano che fosse pagata a’ servi delle loro stalle una tasr,a da’ vedovi e dalle vedove che si rimaritavano

  • , credo, in via d’ammenda della libidine.

Quae solel matres fiinctre equorum.

Dante professando di biasimare,

Por quel dritfo zelo Che misuratamente in cuore avvampa «,

santificava la severità della satira; e la taccia di incontinenza applicavasi più rigida a Beatrice d’Este, perchè il suo nuovo marito era giovinetto, ed essa non lieta del fiore degli anni. Se Dante vivendo avesse pubblicato que’ versi, non avrebbe potuto porre mai piede senza pericolo mortale in veruna delle tante città signoreggiate dagli Estensi e da’ Visconti in Italia. Jacopo del Cassero gl’insegne nel Purgatorio che i loro sicarj lo avrebbero giunto anche altrove. Aveva divolgato che Az-


4 Muratori, Annali d’Italia, nn. 1300.

2 Vedi la citazione d;tl Convito qui addietro, sez. XXIV.

3 IHirgatorio, canto Vili, verso lO-Si.

4 Purgatorio, canto XXlll; e la postilla latina del Codice Citato nell’edizione Roranna al verso 87.

5 Muratori, Dissertazioni, Dissert. XXIII; presso U Lombardi, al canto Vili del Purgatorio.

6 Purgatorio, canto cit