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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

XLVIl. Militia vita hominis super ierram: et sicui dies mer^ cenarli, dies ejus : sicut servus desiderat umbram - sono parole tradotte da traduzioni di traduzioni di lingua ignotissima , e furono allegate assai prima che Dante nascesse, e saranno - da molti, a radicare superstizioni - e da molti, ad annientare opi- nioni utili all’uomo, mostrando di leggieri che le si appoggiano a equivoci di parole. ISiuno appurò in quale idioma degli an- tichissimi di Arabia il libro di Giobe fosse primamente dettato; e chi lo fa d’Esdra, e chi di Mosè ^ fra’ quali non corrono men di mille anni. Milizia nella Bibbia Anglicana non è mentovata; ma sì: « Or non v’è tempo assegnato all’uomo sopra la terra? » non sono forse i suoi giorni giorni di mercenario? Anela » all’ombra si come il servo: * » - e taluni vi vedono il po’ di tempo assegnato fra ’1 giorno a’ servi de’ viandanti e a’ mieti- tori in Arabia da ricrearsi all’ombra degli alberi : altri legge e congettura altrimenti *. Io mi sto a san Girolamo, il quale se non pare traduttore esattissimo, è sempre caldo ed onesto *. Ben mi rincresce che non è più da sperare di vedere diradate le tenebre su la lingua e la contrada e 1’ età di quella poesia - divina in quanto io la mtendo ; - poiché di certo fu scritta da un sublime discepolo del dolore , e parla verità sentite da tutte le viscere umane. Or tutto intero il capitolo citato, e altri innanzi, e altri appresso, prosieguono a giustificare le maledi- zioni di Giobe alla vita. E se forse non si nasconde fra’ ven- tiquattro Seniori simbolici delle intitolazioni de’ libri del Vec- chio Testamento **, non mi sovviene che Giobb si mostri mai né co’ Patriarchi, né co’ Profeti, né fra gli Spiriti che figurano le Tiri’k nel Poema. Le consolazioni della spiritualità dell’ a— nima erano forse più combattute a’ giorni di Dante che a’ no- stri ; e la teoria nelle scuole , temendo pericolo dalle versioni della scrittura ebraica, si reggeva su la tradizione Apostolica e la metafisica di Platone, riconciliate per arte di sillogismi anche alle ipotesi, tanto quanto enigmatiche, d’Aristotile*. Non dirò io che la diversità dello stile non mi nasconda alcuni pen-


4 Liber Jobi, Richardi Grey, prolegomena, pag. x-xii. Lendini 1742.

2 « Is there not an appointert lime lo manupon earth? are not his days also > like the days of an hireling? As a serrani earneslly desirelh the shadow. »

3 Alberti Schultens, Liber Jobi cum nova Versione ad Hebraeum fontem et Commentario perpetuo , in quo Veterum et Recentiorum Interpretum cogitata praecipua expenduntur. Lugtiuni Bativ-, 1740.

4 Translatio — ex ipso Hebraico, Arabicoque sermone, et interdum Syro. nurtc verba, nunc sensus, nunc simul utrumque resonabit. — Obliquus enim etiam apud Hebraeos toius liber fertur et lubricus — ut si velis anguillam vel murenulam. strictis tenere manibus , quanto fortius presseris , tanto cilius elabitur. Hie- ronymi, Praef. prima.

5 Purgatorio, XXIX, 83.

6 Convito, pag. 121-122. — Ma che Dante e la scuola peripatetica dell età ^ua seguitassero puntualmente le dottrine del loro Maestro, e solo vi rimutassero parole, e che ciò siasi fatto sempre e anche ogt?i dagli incorrotti Filosofi, sono sogni del Poriirelli e degli Editori Padovani al canto XVllI del Purgatorio^ versi 61-66. — Ma e che mai s’intendono essi per incorrotti Filosofi?


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