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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 18*7

ch’ei possa piangere. Il Poeta noi fa , « perciò che la villania era la sola cortesia dovuta a quel traditore ’. » - E perciò do- veva anch’egli, il Poeta, usare arti di traditore? e abusare della cecità d’uno sciagurato rimeritato debitamente dalla giustizia divina? e ingannarlo con ima imprecazione non molto diversa da’ giuramenti politici dell’età nostra ?

Dimmi chi se’ ; e s’ io non li disbrigo, Al fondo d’Ila ghiaccia ir mi convegna.

Al cieco degli occhi parve giuramento tremendo, perch’ ei non poteva conoscere che il promettitore era un vivente , privile- giato a discendere nel centro dell’Inferno, e poi salire al Pa- radiso terrestre, e all’Empireo. A tutti, fra quanti ne vedo, degli interpreti basta di ridurre i versi a piane parole ; e a taluni pare che non rincresca del traditore gabbato dal Poe a sacro *. Solo il Poggiali vi nota : - guest’ è libertà e licenza più che poetica ’, - e se vuole accennare, che la è teologica, vi s’oppone. Marian e Ginguené travedendo qua’ e là, ma non peggio di parecchi Italiani , hanno esaminato in modi diversi e con elegantissima critica ogni parte della Commedia: e i loro libri non erano riveduti da gente di chiesa : se non che 1’ uno non pose uaente a quel luogo; e l’altro lo stimò indifferente *. Pur nondimeno per un esempio minore di mala fede, molte censure toccarono a Omero , aggravate , a quanto la memoria mi suggerisce, dal Cesarotti. Dolone fu colto a spiare 1’ eser- cito greco da Ulisse e da Diomede , che andavano spiando il trojano. Il debole s’arrese a’ due forti. Il più astuto, senza aperta promessa, e tut\B.\Ì2L facendogli cuore a non pensare alla morte, lo indusse a ragguagliargli degli accampamenti d’ Ettore. Il più feroce si tacque, intese ciò che importava, e uccise la spia *. Eustanzio, Pope ed altri difendono Omero, tanto più che scri- veva

A’ tempi d gli Dei falsi e bugiardi.

LI. Or né V Iliade, ne la Divina Commedia , né poeta veruno in sì fatte cose, domandano giustificazioni ; bensr considera- zione attentissima a raffigurarvi l’umana natura, Proteo tra- vestito in guise affatto diverse , e spogliarla delle altre mille apparenze che assume da religioni e scienze e costumi; e ve- derla schiettissima, per quanto uno può, e quale è stata sempre e sarà. Dell’omerica teologia sappiamo solo, che Giove era Dio costituzionale; gode\a de’ fulmini, dipendendo da leggi preor- dinate dalla inesorabile fatalità j e non poteva rivocare mai


1 Inferno, XXXIII, H-ISO.

2 Lombardi, loc. cit., al verso 117.

3 Ediz. Livornese, voi. TU, pag. 440.

4 Ginguené, Histoire Litléraire d’Italie, voi. II, pag. 184, ediz. 1811.

5 Iliade, lib. X, 373-453.