Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/332

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Disco:. so sul testo del poema di dante.

» zione , e profeticamente disegnato , dovesse con 1’ armi sue » cacciare di città in città e rimettere in inferno una Lupa » che figurava l’avarizia di Dante ’. » — « Strane cose » — esclama oggi l’autore d’un dotto libretto — « su le quali per » cinque secoli non era caduto sospetto ! E sa Dio quale so- » miglianza essi (gli espositori) rmvennero fra Can Grande » della Scala, uom vivo e vero, ed alcune astratte e intellettive » cose di morale, siccome sono i vizj e le passioni dell’animo’^. » — Infatti, ove alla selva si muti il significato fantasticato dal Dionisi, e le tre fieresi abbiano per simboli di cose politiche, la sua interpretazione raccoglie e riflette lume in più versi oscuri nelle tre Cantiche ; e intorno a ciò le prove addotte nel nuovo libretto non hanno contrasto. Pur non è da deridere gli antichi espositori ; i quali, non che discernere coerenze e ade- renze fra Cane della Scala e le astratte idee di morale , non l’hanno pur mai nominato sotto que’ versi. Vero è che la Lonza e il Leone e la Lup-x furono spiegati sino d’allora per tre pec- cati mortali, de’ quali il poeta andava a purgarsi negli altri mondi; — ma dobbiamo compiangere in que’ primi commen- tatori la dura necessità di dissimulare ciò che sapevano , e fors’anche avevano udito da Dante. Il suo figliuolo, alla pre- dizione cìie il Veliro farà morire di doglia la Lupa , pare che scriva da smemorato — de qtio iantxim qumritur — pradicit nascere quemdam plenum sapienda. E un Anonimo: — « Chi sia questo Veltro i.on è definito , ed è pretermesso da molti valenti uomini. » — E il Boccaccio: « Manifestamente confesso » ch’io non l’intendo ; — ma pare intendere altro che non dica » la lettera; ’ o un Iraperndore che verrà ad abitare a Roma; » Saturno col secolo d’oro*. » Il Veltro era anche « Cristo » giudice nella fine del mondo; » e i confini de’ suoi Stati;

E sua nazion sarà Ira Fcllro e Feltro,

diventarono « cieli e nuvole ^ » Onde a scoprirvi il nome del Signor di Verona bisognò il corso di ducent’ anni ; e n’ha merito il Velutello. Ad ogni modo, di tutto quasi che abbiamo di certo nelle allusioni storiche, siamo pur debitori a que’ pri- mi commentatori; e ove mostravano d’ignorare cose note ai loro occhi, la colpa era de’ tempi.

CLXVIII. Restava appena un anno di vita al Poeta, e Ro- berto di Napoli, eletto a^d opporre tutte le armi de’Guelfl alla lega de’ Ghibellini, sollecitava Papa Giovanni XXII, di minac- ciare dell’interdetto i principi federati dello Scaligero. Il di-


ì I.ocD Ciato. ,, ^

2 Marchetti, Della prima e principale allegoria del Poema dt Dante, ediz. Pa- dovana, voi. V, patig. 395-415.

3 Chiose nW’lnferno, 1. 101, sogg.

4 Kdiz. FioriMitiita, vul. IV, pag. 42.

5 Presso il L’^nìbar.ii, chiose ai canlo citato.


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