Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/165

Da Wikisource.

di Rodi, in quale era suo amicissimo, il cavaliere, come quelli che era amico anco di Iacopo e da vantaggio conosceva la virtù e valore di quel valentuomo, fece e disse tanto, che Lodovico allogò quell’opera al Puntormo. E così, fatta una turata che tenne chiusa quella cappella tre anni, mise mano all’opera. Nel cielo della volta fece un Dio Padre che ha intorno quattro Patriarchi molto belli, e nei quattro tondi degl’angoli fece i quattro Evangelisti, cioè tre ne fece di sua mano et uno il Bronzino tutto da sé. Né tacerò con questa occasione che non usò quasi mai il Puntormo di farsi aiutare ai suoi giovani, né lasciò che ponessero mano in su quello che egli di sua mano intendeva di lavorare; e quando pur voleva servirsi d’alcun di loro, massimamente perché imparassero, gli lasciava fare il tutto da sé, come qui fece fare a Bronzino. Nelle quali opere che in sin qui fece Iacopo in detta cappella, parve quasi che fusse tornato alla sua maniera di prima, ma non seguitò il medesimo nel fare la tavola, perciò che, pensando a nuove cose, la condusse senz’ombre e con un colorito chiaro e tanto unito, che a pena si conosce il lume dal mezzo et il mezzo da gli scuri. In questa tavola è un Cristo morto, deposto di croce, il quale è portato alla sepoltura; èvvi la Nostra Donna che si vien meno e l’altre Marie fatte con modo tanto diverso dalle prime, che si vede apertamente che quel cervello andava sempre investigando nuovi concetti e stravaganti modi di fare, non si contentando e non si fermando in alcuno. Insomma il componimento di questa tavola è diverso affatto dalle figure delle volte e simile il colorito, et i quattro Evangelisti che sono nei tondi de’ peducci delle volte sono molto migliori e d’un’altra maniera. Nella facciata dove è la finestra sono due figure a fresco, cioè da un lato la Vergine, dall’altro l’Agnolo che l’anunzia, ma in modo l’una e l’altra stravolte, che si conosce, come ho detto, che la bizzarra stravaganza di quel cervello di niuna cosa si contentava già mai. E per potere in ciò fare a suo modo, acciò non gli fusse da niuno rotta la testa, non volle mai, mentre fece quest’opera, che neanche il padrone stesso la vedesse. Di maniera, che avendola fatta a suo modo, senza che niuno de’ suoi amici l’avesse potuto d’alcuna cosa avertire, ella fu finalmente con maraviglia di tutto Firenze scoperta e veduta. Al medesimo Lodovico fece un quadro di Nostra Donna per la sua camera della medesima maniera, e nella testa d’una Santa Maria Madalena ritrasse una figliuola di esso Lodovico, che era bellissima giovane. Vicino al monasterio di Boldrone, in sulla strada che va di lì a Castello et in sul canto d’un’altra che saglie al poggio e va a Cercina, cioè due miglia lontano da Fiorenza, fece in un tabernacolo a fresco un Crucifisso, la Nostra Donna che piange, San Giovanni Evangelista, Santo Agostino e San Giuliano, le qual tutte figure non essendo ancora sfogato quel capriccio e piacendogli la maniera tedesca, non sono gran fatto dissimili da quelle che fece alla Certosa. Il che fece ancora in una tavola che dipinse alle monache di Santa Anna, alla porta a S. Friano, nella qual tavola è la Nostra Donna col Putto in collo e Sant’Anna dietro, San Piero e San Benedetto con altri Santi, e nella predella è una storietta di figure piccole, che rappresentano la signoria di Firenze quando andava a processione con trombetti, pifferi, mazzieri, comandatori e tavolaccini e col rimanente della famiglia. E questo fece però che la detta tavola gli fu fatta