Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/164

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a seguitare negl’altri canti la crucifissione e deposizione di croce, ma lasciandole per allora con animo di farle in ultimo, fece al suo luogo Cristo deposto di croce, usando la medesima maniera, ma con molta unione di colori. Et in questa, oltre che la Madalena, la quale bacia i pie’ di Cristo, è bellissima, vi sono due vecchi fatti per Ioseffo da Baramazia e Nicodemo, che se bene sono della maniera tedesca, hanno le più bell’arie e teste di vecchi, con barbe piumose e colorite con dolcezza maravigliosa che si possano vedere. E perché, oltre all’essere Iacopo per ordinario lungo ne’ suoi lavori, gli piaceva quella solitudine della Certosa, egli spese in questi lavori parecchi anni, e poi che fu finita la peste et egli tornatosene a Firenze, non lasciò per questo di frequentare assai quel luogo et andare e venire continuamente dalla Certosa alla città. E così seguitando sodisfece in molte cose a que’ padri, e fra l’altre fece in chiesa, sopra una delle porte che entrano nelle capelle, in una figura dal mezzo in su, il ritratto d’un frate converso di quel monasterio, il quale allora era vivo et aveva centoventi anni, tanto bene e pulitamente fatta, con vivacità e prontezza, ch’ella merita che per lei sola si scusi il Puntormo della stranezza e nuova ghiribizzosa maniera che gli pose adosso quella solitudine e lo star lontano dal comerzio degl’uomini. Fece oltre ciò, per la camera del priore di quel luogo, in un quadro la Natività di Cristo, fingendo che Giuseppo nelle tenebre di quella notte faccia lume a Gesù Cristo con una lanterna, e questo per stare in sulle medesime invenzioni e capricci che gli mettevano in animo le stampe tedesche; né creda niuno che Iacopo sia da biasimare perché egli imitasse Alberto Duro nell’invenzioni, perciò che questo non è errore e l’hanno fatto e fanno continuamente molti pittori, ma perché egli tolse la maniera stietta tedesca in ogni cosa, ne’ panni, nell’aria delle teste e l’attitudini, il che doveva fuggire e servirsi solo dell’invenzioni, avendo egli interamente con grazia e bellezza la maniera moderna. Per la forestiera de’ medesimi padri fece in un gran quadro di tela colorita a olio, senza punto affaticare o sforzare la natura, Cristo a tavola con Cleofas e Luca grandi quanto il naturale, e perciò che in quest’opera seguitò il genio suo, ella riuscì veramente maravigliosa, avendo massimamente, fra coloro che servono a quella mensa, ritratto alcuni conversi di que’ frati, i quali ho conosciuto io, in modo che non possono essere né più vivi né più pronti di quel che sono. Bronzino intanto, cioè mentre il suo maestro faceva le sopra dette opere nella Certosa, seguitando animosamente i studi della pittura e tuttavia dal Puntormo, che era de’ suoi discepoli amorevole, inanimito, fece, senza aver mai più veduto colorire a olio, in sul muro sopra la porta del chiostro che va in chiesa, dentro sopra un arco, un S. Lorenzo ignudo in sulla grata, in modo bello, che si cominciò a vedere alcun segno di quell’eccellenza nella quale è poi venuto, come si dirà a suo luogo; la qual cosa a Iacopo, che già vedeva dove quell’ingegno doveva riuscire, piacque infinitamente. Non molto dopo, essendo tornato da Roma Lodovico di Gino Capponi, il quale aveva compero in Santa Felicita la cappella che già i Barbadori feciono fare a Filippo di ser Brunellesco, all’entrare in chiesa a man ritta, si risolvé di far dipignere tutta la volta e poi farvi una tavola con ricco ornamento. Onde, avendo ciò conferito con Messer Niccolò Vespucci cavaliere