Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/230

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fu nell’amicizie ufficiosissimo et amorevole oltre misura; fu amico di Giorgione da Castel Franco pittore, di Tiziano da Cador e di Giulio Romano, et in generale affezionatissimo a tutti gl’uomini dell’arte, et io ne posso far fede, il quale due volte ch’io fui al suo tempo a Ferrara, ricevei da lui infinite amorevolezze e cortesie. Fu sepolto onorevolmente nella chiesa di Santa Maria del Vado, e da molti virtuosi con versi e prose, quanto la sua virtù meritava, onorato; e perché non si è potuto avere il ritratto di esso Benvenuto, si è messo nel principio di queste vite di pittori lombardi quello di Girolamo da Carpi, la cui vita sotto questa scriveremo. Girolamo dunque, detto da Carpi, il quale fu ferrarese e discepolo di Benvenuto, fu a principio da Tommaso suo padre, il quale era pittore di scuderia, adoperato in bottega a dipignere forzieri, scabelli, cornicioni et altri sì fatti lavori di dozzina. Avendo poi Girolamo sotto la disciplina di Benvenuto fatto alcun frutto, pensava d’avere dal padre essere levato da que’ lavori meccanici, ma non ne facendo Tommaso altro, come quegli che aveva bisogno di guadagnare, si risolvé Girolamo partirsi da lui ad ogni modo. E così, andato a Bologna, ebbe appresso i gentiluomini di quella città assai buona grazia, perciò che, avendo fatto alcuni ritratti che somigliarono assai, si acquistò tanto credito, che guadagnando bene, aiutava più il padre stando in Bologna che non avea fatto dimorando a Ferrara. In quel tempo, essendo stato portato a Bologna in casa de’ signori conti Ercolani un quadro di man d’Antonio da Coreggio, nel quale Cristo in forma d’ortolano appare a Maria Maddalena, lavorato tanto bene e morbidamente quanto più non si può credere, entrò di modo nel cuore a Girolamo quella maniera, che non bastandogli avere ritratto quel quadro, andò a Modana per vedere l’altre opere di mano del Coreggio, là dove arrivato, oltre all’essere restato nel vederle tutto pieno di maraviglia, una fra l’altre lo fece rimanere stupefatto, e questa fu quel gran quadro, che è cosa divina, nel quale è una Nostra Donna che ha un Putto in collo, il quale sposa Santa Caterina, un San Bastiano, et altre figure con arie di teste tanto belle, che paiono fatte in paradiso; né è possibile vedere i più bei capegli, né le più belle mani o altro colorito più vago e naturale. Essendo stato dunque da Messer Francesco Grilenzoni dottore e padrone del quadro, il quale fu amicissimo del Coreggio, conceduto a Girolamo poterlo ritrarre, egli il ritrasse con tutta quella diligenza che maggiore si può imaginare; dopo fece il simile della tavola di San Piero martire, la quale avea dipinta il Coreggio a una compagnia di secolari che la tengono, sì come ella merita, in pregio grandissimo, essendo massimamente in quella, oltre all’altre figure, un Cristo fanciullo in grembo alla madre che pare che spiri, et un S. Piero martire bellissimo et un’altra tavoletta di mano del medesimo fatta alla Compagnia di San Bastiano, non men bella di questa. Le quali tutte opere essendo state ritratte da Girolamo, furono cagione che egli migliorò tanto la sua prima maniera, ch’ella non pareva più dessa, né quella di prima. Da Modana andato Girolamo a Parma, dove avea inteso esser alcune opere del medesimo Coreggio, ritrasse