Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/244

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Ambrogio di Milano, fatto da’ longobardi e tutto pieno di sculture e pitture di maniera greca, con una tribuna tonda assai grande, ma non bene intesa quanto all’architettura, il qual tempio fu poi al tempo di Bramantino rifatto col suo disegno con un portico di pietra da un de’ lati e con colonne a tronconi a uso d’alberi tagliati che hanno del nuovo e del vario. Vi era parimente disegnato il portico antico della chiesa di San Lorenzo della medesima città, stato fatto dai romani, che è grand’opera, bella e molto notabile, ma il tempio che vi è della detta chiesa è della maniera de’ Gotti. Nel medesimo libro era disegnato il tempio di Santo Ercolino, che è antichissimo e pieno d’incrostature di marmi e di stucchi molto ben conservatisi, et alcune sepolture grandi di granito. Similmente il tempio di San Piero in Ciel d’Oro di Pavia, nel qual luogo è il corpo di Santo Agostino in una sepoltura che è in sagrestia piena di figure piccole, la quale è di mano, secondo che a me pare, d’Agnolo e d’Agostino scultori sanesi. Vi era similmente disegnata la torre di pietre cotte, fatta dai Gotti, che è cosa bella, veggendosi in quella, oltre l’altre cose, formate di terra cotta e dall’antico, alcune figure di sei braccia l’una che si sono insino a oggi assai bene mantenute. Et in questa torre si dice che morì Boezio, il quale fu sotterrato in detto San Piero in Ciel d’Oro, chiamato oggi Santo Agostino, dove si vede insino a oggi la sepoltura di quel sant’uomo con la inscrizione che vi fece Aliprando, il quale la riedificò e restaurò l’anno 1222. Et oltre questi, nel detto libro era disegnato di mano dell’istesso Bramantino l’antichissimo tempio di Santa Maria in Pertica, di forma tonda e fatto di spoglie dai longobardi, nel qual sono oggi l’ossa della mortalità de’ franzesi e d’altri che furono rotti e morti sotto Pavia, quando vi fu preso il re Francesco Primo di Francia dagl’eserciti di Carlo Quinto imperatore. Lasciando ora da parte i disegni, dipinse Bramantino in Milano la facciata della casa del signor Giovambattista Latuate, con una bellissima Madonna, messa in mezzo da’ duoi Profeti, e nella facciata del signor Bernardo Scacalarozzo dipinse quattro giganti che son finti di bronzo e sono ragionevoli, con altre opere che sono in Milano, le quali gl’apportarono lode per essere stato egli il primo lume della pittura che si vedesse di buona maniera in Milano e cagione che dopo lui Bramante divenisse, per la buona maniera che diede a’ suoi casamenti e prospettive, eccellente nelle cose d’architettura, essendo che le prime cose che studiò Bramante furono quelle di Bramantino. Con ordine del quale fu fatto il tempio di San Satiro, che a me piace sommamente per essere opera ricchissima e dentro e fuori ornata di colonne, corridori doppii et altri ornamenti et accompagnata da una bellissima sagrestia tutta piena di statue. Ma sopratutto merita lode la tribuna del mezzo di questo luogo, la bellezza della quale fu cagione, come s’è detto nella vita di Bramante, che Bernardino da Trevio seguitasse quel modo di fare nel Duomo di Milano et attendesse all’architettura, se bene la sua prima e principal arte fu la pittura, avendo fatto, come s’è detto, a fresco nel monasterio delle Grazie quattro storie della Passione in un chiostro et alcun’altre di chiaro scuro. Da costui fu tirato innanzi e molto aiutato Agostino Busto scultore, cognominato Bambaia, del quale si è favellato nella vita di Baccio da Monte Lupo, et il quale ha fatto alcun’opere in Santa Marta,