Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/246

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Spirito Santo, che è cosa bellissima. Ha oltre ciò fatto una gocciola di marmo tutta traforata e con un gruppo di putti e fogliami stupendi, sopra la quale (che ha da essere posta in Duomo) va una statua di marmo di papa Pio IIII de’ Medici milanese. Ma se in quel luogo fusse lo studio di quest’arti che è in Roma et in Firenze, arebbono fatto e farebbono tuttavia questi valentuomini cose stupende. E nel vero hanno al presente grand’obligo al cavaliere Leone Leoni aretino, il quale, come si dirà, ha speso assai danari a tempo in condurre a Milano molte cose antiche, formate di gesso per servizio suo e degl’altri artefici. Ma tornando ai pittori milanesi, poiché Lionardo da Vinci vi ebbe lavorato il cenacolo sopra detto, molti cercarono d’imitarlo, e questi furono Marco Uggioni et altri, de’ quali si è ragionato nella vita di lui. Et oltre quelli lo imitò molto bene Cesare da Sesto, anch’egli milanese, e fece, più di quel che s’è detto nella vita di Dosso, un gran quadro che è nelle case della Zecca di Milano, dentro al quale, che è veramente copioso e bellissimo, Cristo è battezzato da Giovanni. È anco di mano del medesimo del detto luogo una testa d’una Erodiade con quella di San Giovanni Battista in un bacino fatte con bellissimo artificio; e finalmente dipinse costui in San Rocco fuor di porta Romana una tavola, dentrovi quel santo, molto giovane, et alcuni quadri che son molto lodati. Gaudenzio pittor milanese, il quale mentre visse si tenne valentuomo, dipinse in San Celso la tavola dell’altar maggiore, et a fresco, in Santa Maria delle Grazie in una capella, la Passione di Gesù Cristo in figure quanto il vivo, con strane attitudini, e dopo fece sotto questa capella una tavola a concorrenza di Tiziano, nella quale, ancor che egli molto si persuadesse, non passò l’opere degl’altri che avevano in quel luogo lavorato. Bernardino del Lupino, di cui si disse alcuna cosa poco di sopra, dipinse già in Milano vicino a San Sepolcro la casa del signor Gianfrancesco Rabbia, cioè la facciata, le loge, sale e camere, facendovi molte trasformazioni d’Ovidio et altre favole con belle e buone figure e lavorate dilicatamente; et al munisterio maggiore dipinse tutta la facciata grande dell’altare con diverse storie, e similmente in una capella Cristo battuto alla colonna e molte altre opere che tutte sono ragionevoli. E questo sia il fine delle sopradette vite di diversi artefici lombardi.