Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/326

Da Wikisource.

due Angeli, che volando e stando sospesi in su l’ale, tengono in mano misterii della Passione di Gesù Cristo; e l’arco adornò riccamente di grottesche e molte belle figurine ignude, et insomma si portò in tutta questa opera bene oltre modo, ancor che vi mettesse assai tempo. Dopo, avendo il medesimo Perino dato a fare a Daniello un fregio nella sala del palazzo di Messer Agnolo Massimi con molti partimenti di stucco et altri ornamenti e storie de’ fatti di Fabio Massimo, si portò tanto bene che veggendo quell’opera la signora Elena Orsina et udendo molto lodare la virtù di Daniello, gli diede a fare una sua capella nella chiesa della Trinità di Roma, in su ’l monte dove stanno i frati di San Francesco di Paula, onde Daniello mettendo ogni sforzo e diligenza per fare un’opera rara la quale il facesse conoscere per eccellente pittore, non si curò mettervi le fatiche di molti anni. Dal nome dunque di quella signora, dandosi alla capella il titolo della croce di Cristo Nostro Salvatore, si tolse il suggetto de’ fatti di S. Elena. E così nella tavola principale, facendo Daniello Gesù Cristo che è deposto di croce da Gioseffo e Nicodemo et altri Discepoli, lo svenimento di Maria Vergine sostenuta sopra le braccia da Madalena et altre Marie, mostrò grandissimo giudizio e di esser raro uomo, perciò che, oltre al componimento delle figure che è molto ricco, il Cristo è ottima figura et un bellissimo scorto, venendo coi piedi inanzi e col resto in dietro. Sono similmente belli e difficili scorti e figure quelli di coloro che avendolo sconfitto, lo reggono con le fascie stando sopra certe scale e mostrando in alcune parti l’ignudo fatto con molta grazia. Intorno poi a questa tavola fece un bellissimo e vario ornamento di stucchi pieno d’intagli, e con due figure che sostengono con la testa il frontone, mentre con una mano tengono il capitello e con l’altra cercano mettere la colonna che lo regga, la quale è posta da piè in sulla basa sotto il capitello, la quale opera è fatta con incredibile diligenza. Nell’arco sopra la tavola dipinse a fresco due sibille, che sono le migliori figure di tutta quell’opera, le quali sibille mettono in mezzo la finestra che è sopra il mezzo di detta tavola e dà lume a tutta la capella, la cui volta è divisa in quattro parti con bizzarro, vario e bello spartimento di stucchi e grottesche, fatte con nuove fantasie di maschere e festoni, dentro ai quali sono quattro storie della Croce e di Santa Elena madre di Gostantino. Nella prima è quando avanti la Passione del Salvatore sono fabricate tre croci; nella seconda quando Santa Elena comanda ad alcuni Ebrei che le insegnino le dette croci; nella terza quando, non volendo essi insegnarle, ella fa mettere in un pozzo colui che le sapeva, e nella quarta quando colui insegna il luogo dove tutte e tre erano sotterrate; le quali quattro storie sono belle oltre ogni credenza e condotte con molto studio. Nelle facce dalle bande sono altre quattro storie, cioè due per faccia, e ciascuna è divisa dalla cornice che fa l’imposta dell’arco sopra cui posa la crocera della volta di detta capella: in una è Santa Elena che fa cavare d’un pozzo la Croce santa e l’altre due, e nella seconda quando quella del Salvatore sana un infermo. Ne’ quadri di sotto a man ritta, la detta Santa quella di Cristo riconosce nel risuscitare un morto sopra cui è posta, nell’ignudo del quale morto mise Daniello incredibile studio per ritrovare i muscoli e rettamente tutte le parti dell’uomo. Il che fece ancora in coloro che gli