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70 PROEMIO

simamente fede, il veder tutto il giorno molti pezzi di que’ vasi rossi, et neri Aretini fatti come si giudica per la maniera, intorno a que tempi, con leggiadrissimi intagli et figurine, et istorie di Basso rilievo; et molte mascherine tonde sottilmente lavorate da Maestri di quella età, come per leffetto si mostra, pratichissimi, e valentissimi in tale arte. Vedesi anchora per le statue trovate a Viterbo, nel principio del pontificato d’Alessandro. VI. la scultura essere stata in pregio, et non picciola perfezzione in Toscana; Et come che e non si sappia apunto il tempo, che elle furon fatte, pure, et dalla maniera delle figure, et dal modo delle sepulture, et delle fabriche, non meno che dalle inscrizzioni di quelle lettere Toscane, si puo verisimilmente conietturare, che le sono antichissime, Et fatte ne tempi, che le cose di qua erano in buono, et grande stato. Ma che maggior chiarezza si puo di cio havere? essendosi a tempi nostri, cio è l’anno 1554. trovata una figura di bronzo fatta per la chimera di bellero fonte, nel far fossi fortificazione, et muraglia d’Arezzo? Nellaquale figura si conosce la perfezzione di quell’arte essere stata anticamente appresso i Toscani, come si vede alla maniera Etrusca, ma molto piu nelle lettere intagliate in una zampa, che per essere poche si coniettura, non si intendendo hoggi da nessuno la lingua etrusca, che le possino cosi significare il nome del maestro, come d’essa figura, et forse ancora gl’anni secondo l’uso di que tempi. La quale figura è hoggi, per la sua bellezza, et antichità stata posta dal signor Duca Cosimo nella sala delle stanze nuove del suo palazzo, Dove sono stati da me dipinti i fatti di Papa Leone X. Et oltre a questa nel medesimo luogo furono ritrovate molte figurine di bronzo della medesima maniera, lequali sono appresso il detto signor Duca. Ma perche le antichità, delle cose de’ Greci, et dell’Etiopi, et de’ Caldei, sono parimente dubbie come le nostre, et forse piu, et per il piu bisogna fondare il giudizio di tali cose in su le conietture; che ancor non sieno talmente deboli, che in tutto si scostino dal segno; io credo non mi esser punto partito dal vero, et penso che, ogniuno che questa parte vorrà discretamente considerare; giudicherà, come io, quando disopra io dissi, Il principio di queste arti essere stata l’istessa natura; et l’innanzi, o modello, la bellissima fabrica del mondo; et il maestro, quel divino lume, infuso per grazia singulare in noi, il quale non solo ci ha fatti superiori alli altri aaimali; ma simili (se è lecito dire) à Dio. Et se ne’ tempi nostri, si è veduto (come io credo per molti esempli, poco inanzi poter mostrare) che i semplici fanciulli, et rozzamente allevati ne’ boschi; in sull’Esempio solo di queste belle pitture, et sculture della natura; con la vivacità del loro ingegno, da per se stessi hanno cominciato a disegnare; quanto piu si puo et debbe verisimilmente pensare, que’ primi huomini, iquali, quanto manco erano lontani dal suo principio, et divina generazione tanto erono piu perfetti, et di migliore ingegno; essi da per loro, havendo per guida la natura: per maestro l’intelletto purgatissimo; per essempio si vago modello del mondo, haver dato origine à queste nobilissime Arti; e da picciol principio à poco à poco migliorandole; condottole finalmente à perfezzione? Non voglio gia negare, che e’ non sia stato un primo, che cominciasse, che io sò molto bene, che e bisognò, che qualche volta, et da


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