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DELLE VITE 71

qualchuno venisse il principio; ne anche negherò essere stato possibile, che l’uno aiutasse l’altro, et insegnasse, et apprisse la via al disegno, al colore, et rilievo, perche io sò, che l’Arte nostra è tutta imitazione della Natura, principalmente, et poi, perche da se non può salir tanto alto delle cose, che da quelli, che miglior Maestri di se giudica, sono condotte. Ma dico bene, che il volere determinatamente affermare chi costui, ò costoro fussero, è cosa molto pericolosa à giudicare, et forse poco necessaria a sapere, poi che veggiamo la vera radice, et origine donde ella nasce. Perche poi che delle opere, che sono la vita, et la fama delli Artefici, le prime, et di mano in mano le seconde, et le terze, per il tempo, che consuma ogni cosa venner manco; et non essendo allhora chi scrivesse, non potettono essere almanco per quella via conosciute da posteri; Vennero anchora à essere incogniti gli Artefici di quelle; Ma da che gli scrittori cominciorono a far memoria delle cose state innanzi a loro, non potettono gia parlare di quelli, de quali non havevano potuto haver notizia; in modo, che primi appo loro vengono à esser quelli, de quali era stata ultima à perdersi la memoria. Si come il primo de’ Poeti, per consenso commune si dice esser Homero; non perche innanzi à lui non ne fusse qualcuno, che ne furono, se bene non tanto eccellenti, et nelle cose sue istesse si vede chiaro, ma perche di que’ primi tali quali essi furono, era persa gia dumila anni fa, ogni cognizione. Però lasciando questa parte indietro, troppo per l’antichità sua incerta, vegnamo alle cose piu chiare della loro perfezzione, et Rovina, et Restaurazione, et per dir meglio Rinascità, delle quali con molti miglior fondamenti potreno ragionare.

     Dico adunque, essendo però vero, che elle cominciassero in Roma tardi, se le prime figure furono come si dice il simulacro di Cerere fatto di metallo, de’ beni di Spurio Cassio; Il quale perche macchinava di farsi Re, fu morto dal proprio Padre, senza rispetto alcuno. Che se bene continuarono l’Arti della Scultura, et della pittura insino alla consumazione de’ dodici Cesari, non però continuarono in quella perfezzione, et bontà, che havevano havuto innanzi: perche si vede ne gli edifizij, che fecero, succedendo l’uno all’altro gl’Imperatori, che ogni giorno queste Arti declinando, venivano à poco à poco perdendo l’intera perfezzione del disegno. Et di ciò possono rendere chiara testimonanza l’opere di Scultura, et d’Architettura, che furono fate al tempo di Gostantino in Roma, e particularmente l’Arco Trionfale, fattogli dal popolo Romano al colosseo, dove si vede, che per mancamento di Maestri buoni, non solo si servirono delle storie di Marmo fatte al tempo di Traiano, ma delle spoglie ancora, condotte di diversi luoghi à Roma; E chi conosce, che i voti, che sono ne’ tondi, cioè le Sculture di mezzo rilievo, et parimente i prigioni, et le storie grandi, et le colonne, et le cornici, et altri ornamenti fatti prima, et di spoglie sono eccellentemente lavorati; conosce anchora, che l’opere, le quali furon fatte per ripieno da gli Scultori di quel tempo, sono goffissime; Come sono alcune storiette di figure piccole di marmo sotto i tondi, et il basamento da pie, dove sono alcune Vittorie.

E fra